di Giacomo Ferri
La domanda risulterebbe legittima: che senso ha – se ha un senso – festeggiare il cinema in un periodo in cui i cinema sono chiusi e la loro riapertura non è certo in cima alla to-do-list ministeriale? Ci poniamo questa domanda in occasione della consegna dei David di Donatello, avvenuta (piuttosto in sordina, com'era da aspettarsi) venerdì sera. Gli "Oscar italiani", giunti quest'anno alla sessantacinquesima edizione, sono da sempre il momento per eccellenza di celebrazione del cinema italiano; l'occasione in cui esponenti più o meno in vista della Settima arte nostrana ottengono riconoscimento per il loro lavoro; spesso una fondamentale vetrina per artisti o film poco noti.
Anche quest'anno i David di Donatello sono stati presentati da Carlo Conti, ma in solitudine. Nel rispetto delle norme contro la diffusione del Covid-19, infatti, i diversi vincitori sono intervenuti attraverso collegamenti video, da casa. In realtà, la cerimonia non ne ha risentito, ma è risultata più snella e sciolta, ovviando alla difficoltà, da anni evidente, di dar vita a uno spettacolo che non appaia bolso, stagnante e inconsapevolmente imbarazzante (si veda, a mo' di esempio, la comparsata di Uma Thurman nella passata edizione).
Vincitore della serata è stato Il traditore di Marco Bellocchio, che racconta la storia del primo pentito di mafia Tommaso Buscetta. La pellicola ha vinto i premi più ambiti: miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista (Pierfrancesco Favino), miglior attore non protagonista (Luigi Lo Cascio) e miglior sceneggiatura originale.
Si sono aggiudicati i David di Donatello per le rimanenti categorie principali Jasmine Trinca (migliore attrice protagonista nel film La dea fortuna di Ferzan Özpetek), Valeria Golino (migliore attrice non protagonista nel film di Igort 5 è il numero perfetto) e Martin Eden (i cui sceneggiatori hanno vinto il premio per la miglior sceneggiatura non originale tratta dal romanzo omonimo di Jack London).
Ultima nota. Dopo aver vinto tutto il vincibile nel mondo, Parasite di Bong Joon-ho ha trionfato anche in Italia, aggiudicandosi il David di Donatello come miglior film straniero.