Fiducia e Collaborazione, queste le parole chiave del successo del MuSe

(fotografia di Alberto Gianera)

A partire della 18.30 circa si sono alternati sul palco, appositamente allestito nel cortile retrostante il Palazzo delle Albere, i rappresentati dei maggiori enti che hanno lavorato alla realizzazione dell'ambizioso MuSe, accompagnati della musica dell'Orchestra Haydn di Trento e Bolzano. La temperatura sahariana non ha fermato le migliaia di persone presenti all'evento, desiderose di essere parte di questa nuova avventura molto importante per la città di Trento.

Subito si nota l'assenza delle cariche istituzionali nazionali, il che porta a riflettere su come viene presa in considerazione la cultura in Italia, ma nonostante ciò la presentazione prende forma.
Il primo a prendere la parola è stato il sindaco Alessandro Andreatta, il quale ha raccontato come la città si sia trovata nelle condizioni di dover decidere come riutilizzare l'ex area Michelin e di come abbia pensato di sfruttarne la posizione strategica, vicina alla città, per crearne un quartiere residenziale, poi coronato con questo museo che vuole essere un fiore all'occhiello della città, un investimento per il futuro che porti il nome di Trento anche lontano.

Poi sul palco è stata la volta di Marco Andreatta, il presidente del MuSe, il quale ho posto l'accento sullo spirito innovativo del museo sia per l'accuratezza con il quale è stato realizzato sia per la ricerca che ospiterà.
Dopo i due Andreatta, colui che che tutti stavano aspettando: l'archistar Renzo Piano, ideatore del quartiere e del MuSe stesso. Piano, accolto tra gli applausi, esordisce con un “Evviva”, poi prosegue “Il giorno in cui si finisce un edificio è sempre un giorno di gioia per un architetto, ma anche un po' di malinconia perché l'edificio non gli appartiene più. Adesso è vostro”. Dopo di che non si è soffermato sui dettagli tecnici della struttura ma ha, quasi umilmente, parlato di come un progetto così grande non sia frutto di una sola mente, ma di come sia necessaria la collaborazione, l'organizzazione in squadre e il dialogo con professionisti non solo del suo settore: nel caso del MuSe ha raccontato come sia stato necessario il confronto con gli scienziati e i ricercatori. Altro aspetto sul quale si è soffermato Piano è quello della fiducia, perché quando si realizza un'opera nell'arco di 10 anni non è facile iniziare ad investirci, si sa quando si parte e non quando si termina, eppure la città di Trento ha voluto dargli questa fiducia ed è grazie a questa che il progetto è arrivato a compimento, nonostante le difficoltà.
Ricalcando quanto dello da Piano riguardo al lavoro di squadra, Michele Lanzinger, direttore del MuSe, si è limitato a ringraziare gli enti, i professionisti, i volontari, la città di Trento e tanti altri per aver supportato il progetto.
Ha terminato la cerimonia il Presidente della Provincia, Sindaco della città di Trento quando dieci anni fa fu commissionato il progetto, Alberto Pacher, il quale ha tagliato personalmente il nastro dando il via alle visite al museo.

Altre immagini relative all'evento ad opera di Alberto Gianera, le trovate al link: bit.ly/muse-trento.

(di Jessica Cologna)