di Lorenzo Caoduro
Nel 1966 “Publikumsbeschimpfung” di Peter Handke sconvolse le leggi del teatro. Distrusse la quarta parete, quella che esiste tra attore e spettatore, attraverso una recitazione di frasi tronche e offendendo direttamente gli spettatori. Nel 2016 la compagnia belga fABULEUS, prendendo ispirazione da questa anti-opera, presenta all'Y Festival la sua “Declaration of Love”.
Tre ragazzi e tre ragazze davanti un telo verde attendono che il pubblico si accomodi in platea, il più vicino possibile al palco. Solo quando il silenzio è persistente, si fanno avanti e danno avvio allo spettacolo. Lo spettatore non è più solo osservatore esterno, ma fin dalle prime battute viene coinvolto nella recita, o sarebbe meglio dire nella chiacchierata. Gli attori sul palco si rivolgono proprio alla platea aspettando risposte e reazioni da essa. Intervallati da momenti di danza, di beatboxing e accompagnati dalle musiche di Gary Sheperd (DJ e compositore), i ragazzi cominciano a scendere dal palcoscenico e avvicinarsi al pubblico parlandogli e infine convincendo alcuni ad unirsi a loro sul palco.
Lo spettatore è completamente catturato, riuscendo a provare un insieme di emozioni, che normalmente non vengono suscitate da uno spettacolo teatrale. La chiacchierata con questi giovani ragazzi non la si vorrebbe finire mai, sia per la loro bravura sia per la loro spontaneità. Arriva tuttavia un momento in cui bisogna salutarsi ed è proprio in quel punto, in un alternarsi di reiterati saluti, che si capisce quanto sia stato messo in gioco all'interno di un vecchio teatro di una piccola città del Trentino. I fABULEUS hanno saputo far emergere emozioni forti con il semplice uso della parola e del dialogo. Una lezione che gli spettatori del Teatro Sociale porteranno negli occhi, nelle orecchie e nel cuore ancora per molto tempo