Elezioni europee: la domanda è “I’m voting, but who?”

Dibattito sulle elezioni europee: com'è andata?

di Michele Citarda

A discapito della gelata degli ultimi giorni la primavera è arrivata. Insieme ad essa, ogni 5 anni, arrivano anche le elezioni europee e, a meno che non si abbiano le idee già chiare, la domanda che frulla nella testa dell’elettore medio è “chi voto?”.

A provare a rispondere a questo interrogativo ancestrale sono gli amici de L’Universitario che, insieme a Udu Trento e JEF Trento, hanno organizzato ieri pomeriggio il dibattito “I’m voting, but who?”.

Presenti a contendersi il consenso dei molti giovani (e non solo) intervenuti in un gremitissimo auditorium della facoltà di Lettere praticamente le principali liste candidate. Nel dettaglio:

• Matteo Segatta (La Sinistra | GUE/NGL);

• Antonio Calò e Roberto Battiston (Partito Democratico | S&D);

• Chiara Bertogalli (Europa Verde | G-EFA);

• Federica Sabbati (+Europa | PDE);

• Maurizio Perego (Forza Italia | ALDE);

• Francesca Gerosa (Fratelli d'Italia | ECR);

• Cristiano Zanella (Movimento 5 Stelle | EFDD);

• Martina Loss (Lega | ENF).

I tre temi principali su cui i rappresentanti delle liste si sono confrontati sono stati: migrazioni e legislazione sul tema, emergenza ambientale e governo dello sviluppo tecnologico.

Dopo essersi presentati, i candidati si sono confrontati su tali temi con un cane da guardia: il fact-checking dei ragazzi di Unitin.

Prima di addentrarci nelle dichiarazioni dei protagonisti bisogna rilevare una notizia. Nessuno, neanche il più destrorso dei presenti, parla di uscire dall’Unione Europea. Un sollievo probabilmente per tutta la “generazione Erasmus” che ascoltava attentamente.

Si parte dunque con il tema migrazioni. Al centro della discussione la posizione riguardo il Trattato di Dublino. A destra, la Lega auspica una politica estera comune dell’Unione che sappia gestire la situazione, Fratelli d’Italia spinge sul concetto di “legalità” e Forza Italia propone la riforma dell’art. 13 del tanto vituperato Trattato o quantomeno una copertura importante dei costi di gestione del fenomeno da parte dell’Ue. Si parla di clausola di equa distribuzione e principio di solidarietà. Spostandosi verso il centro e la sinistra è la chiave di lettura che però cambia. +Europa e Europa Verde si concentrano sul metodo per una riforma del Trattato ma gli imperativi in questo caso sono il verbo aiutare e i diritti umani. Il Pd fa leva sul fatto che l’Ue è casa nostra e soprattutto pone la questione della tolleranza. Non mancano le provocazioni: dapprima dal Movimento 5 Stelle che descrive la politica migratoria dell’Unione l’emblema del fallimento di destra e sinistra, da ultimo il giovane Segatta per La Sinistra pone in luce come i concetti di legalità e umanità vengano considerati in contrasto tra loro.

Secondo round: il cambiamento climatico e l’emergenza ambientale. Ammonisce preventivamente il moderatore Francesco Desimine “non si può usare la parola gretini”. Folla in delirio.

A farla da padrone indiscusso sono i Verdi. Chiara Bertogalli ha idee chiare che non possono dare adito a fraintendimenti: green economy, de-carbonizzazione assoluta, no sussidi per industrie che investono nei combustibili fossili e investire nelle fonti rinnovabili. La Sinistra auspica il cambiamento totale del modo di produzione, vi è la necessità di un forte intervento statale tramite investimenti e legislazioni. Pd e +Europa riscoprono agricoltura  e equità intergenerazionale, facendo luce anche sulla qualità del dibattito sul tema in Italia, totalmente diversa rispetto a quella degli altri Paesi. A destra il coro è unanime: il tema ambientale è trasversale e non ha colore politico. L’unica provocazione è lanciata da Maurizio Perego di Forza Italia che chiede alla folla “a cosa siamo disposti a rinunciare?”.

Il terzo round, quello relativo allo sviluppo tecnologico, è forse quello meno entusiasmante. Da rilevare che molti rappresentanti sono stati d’accordo sull’adottare come chiave di lettura quella dell’opportunità piuttosto che quella della crisi. Le proposte concrete arrivano da Forza Italia che propone il c.d. switch-off, il passaggio definitivo dalla carta al digitale, +Europa che parla di digitalizzazione già nella prima formazione scolastica e La Sinistra che su lavoro propone la riduzione del monte ore settimanale per aumentare l’occupazione.

Prima delle domande dal pubblico però, il momento più catartico della serata: la votazione. Grazie alla piattaforma Sli.do, gli ascoltatori hanno potuto votare chi secondo loro era stato il migliore. Probabilmente, considerando l’età media dell’uditorio, non c’è da sorprendersi che i risultati sono stati i seguenti:

Federica Sabatti (+Europa) 36%

Matteo Segatta (La Sinistra) 26%

Antonino Calò/Roberto Battiston (Pd) 20%

Chiara Bertogalli (Europa Verde) 14 %

Maurizio Perego (Forza Italia) 2%

Francesca Gerosa (Fratelli d’Italia) 2%

Cristiano Zanella (Movimento 5 Stelle) 1%

Martina Loss (Lega) 1%

Risultati impietosi per gli esponenti del partito di governo. Emerge un dato incontrovertibile: i giovani, perlomeno quelli presenti, usano la destra soltanto per scrivere.

 

 

 

 

(fonte immagine: unsplash.com)