di Martina Bartocci
La terra promessa del 2021 ha un nome: si chiama Ikea e, da anni, è un punto di riferimento per gli arredatori fai da te di tutto il mondo! C’è un solo uomo su questa terra che ha provato il brivido di trascorrere una nottata all’Ikea in vestaglia e ciabatte: lui è Martin Alan Tranquillini e della multinazionale svedese ha fatto la sua musa ispiratrice.
Martin è un giovane artista trentino, produttore e regista per professione, ma musicista per passione! È proprio da questa vocazione musicale che è nato il suo ultimo singolo intitolato “Vorrei vivere all’Ikea”, il cui videoclip è stato girato interamente nello showroom Ikea di Brescia Roncadelle. Noi di SanbaRadio non potevamo non intervistare questo giovane autore ed ecco dunque tutte le curiosità che abbiamo raccolto per voi!
Buongiorno Martin! Vuoi parlarci del tuo background, della tua formazione e di tutte le esperienze che ti hanno portato a scrivere questo brano?
La musica mi ha sempre accompagnato. Suono da molto tempo e ho seguito diversi progetti musicali. Il mio attuale strumento è la chitarra, ma in passato ho suonato il bouzouki irlandese perché ero appassionato di musica folk. Certamente non mi definisco un cantante né un musicista a tutto tondo. Io sono un regista, ho studiato al DAMS e ho seguito un master al centro sperimentale di cinematografia di Milano. Il singolo “Vorrei vivere all’Ikea” è nato mentre stavo girando un videoclip. Mi sono ritrovato con la chitarra in mano e ho scritto il ritornello. La mia è una canzone molto leggera, non ha alcuna pretesa se non quella di far divertire un gruppo di amici durante una serata in compagnia. Fare musica per me significa essenzialmente due cose: rilassarmi e implementare i miei stimoli creativi. Per qualche anno infatti avevo smesso di suonare, ma poi mi sono accorto che la musica mi aiuta anche nel mio lavoro: è per me una fonte di creatività e una fucina di idee.
Parliamo dell’Ikea: quale messaggio vuoi trasmettere con questo riferimento alla multinazionale svedese?
Il sentimento dell’illusione mi ha sempre affascinato. Il mondo presentato dall’Ikea è magico, pieno di colori, con tante luci accese e nessuna zona d’ombra: qualcosa dunque di molto diverso dalla realtà del quotidiano. In questo singolo ho immaginato un me stesso fittizio, che vive da solo in uno showroom e che, tornando a casa, si rende conto di aver vissuto in un sogno. Diciamocelo pure, l’italiano di oggi vorrebbe vivere all’Ikea! Nella canzone infatti non mancano riferimenti alle utopistiche giornate prospettate dal mondo Ikea: tra le tante, possiamo menzionare le commesse simpatiche da abbracciare, le polpette a colazione, la gioia di montare nuove librerie e, non in ultimo, le istruzioni del tavolo in salotto (in grado di sviluppare l’ingegno solitario di qualsiasi montatori fai da te!).
L’Ikea ha preso di buongrado questo tuo progetto?
L’Ikea è stata molto disponibile. Io ho scritto la canzone, l’ho registrata e, a lavoro finito, ho contattato la multinazionale, alla quale ho presentato le mie idee: a mio avviso, l’ambientazione ideale per il videoclip di questa canzone non poteva che essere uno showroom. Alla società svedese la canzone è piaciuta molto e, dopo una serie di adempimenti, è riuscita a realizzare il mio desiderio: abbiamo girato il videoclip nel punto vendita di Brescia Roncadelle, di notte prima che arrivassero i clienti. Gli attori del video sono tutti miei amici e parenti (c’è anche mio padre che di solito è molto serio!), però sul set abbiamo avuto il piacere di ospitare anche una ragazza dello staff Ikea (l’unica che nel video indossa la tipica camicia dei dipendenti). Girare nello showroom desolato di notte è stata un’esperienza davvero entusiasmante!
Nel fare musica, quali sono i tuoi più grandi ispiratori?
Giorgio Gaber è sicuramente uno dei miei più grandi ispiratori. L’ascolto massiccio dei testi gaberiani mi ha invogliato a fare tutto questo. Sono sempre stato affascinato dal “Signor G”, un italiano che si trovava a vivere in situazioni “molto italiane”. Il singolo “Vorrei vivere all’Ikea” fa parte di progetto più ampio, un Ep che uscirà il prossimo anno. Il fil rouge di quest’ultimo è proprio l’italianità nel senso più contemporaneo e, soprattutto, la mediocrità. Io mi definisco un grandissimo mediocre, perché la mia musica è suonata ed eseguita in maniera mediocre, potremmo definirla “la bandiera della mediocrità”. Sicuramente ogni Stato ha le proprie peculiarità e i propri caratteri grotteschi, ma a me piace raccontare di quello che conosco e, dunque, parlo di ciò che accade nel nostro Paese.
Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del singolo, in particolare un ringraziamento speciale va al produttore Andrea Cavallaro.
Ringraziamo Martin Alan Tranquillini per averci svelato i retroscena di questo suo ultimo lavoro. Nei suoi progetti futuri ci sono la regia e la produzione cinematografica e noi non possiamo che porgergli i nostri migliori auguri!
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