di Lucia Mora
Espérance Hakuzwimana Ripanti è una giovane (classe 1991) donna nera italiana, ma è soprattutto una forza della natura.
Il 15 Gennaio Espérance ha presentato alla libreria “due punti” di Trento il suo ultimo libro: E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana (people, 2019). In dialogo con l’autrice anche Giuseppe Civati (suo “ammiratore” ancor prima che editore), Sara Hejazi e Cecilia Passarella.
E poi basta nasce dalla passione di Espérance per la scrittura, grazie alla quale ha saputo reagire ai tanti pregiudizi e torti subiti negli anni, riuscendo così a fuggire dalla realtà – cioè dalla mentalità – soffocante, limitante e retrograda del piccolo paesino di provincia bresciano in cui è cresciuta.
Ciò che più colpisce dell’autrice è proprio l’energia con cui ha saputo dire basta.
Basta all’edicolante sotto casa che, dopo averla vista entrare in negozio da bambina per comprare delle caramelle, le risponde: «Ridammi i soldi, negra».
Basta a chi la additava come prostituta semplicemente perché si trovava ai bordi di una strada.
Basta a quegli antirazzisti wannabe (grazie per la definizione, Espérance) che pensano di essere moderni e solidali con uscite come: «Sei riuscita ad arrivare all’università?! Complimenti!» e che neanche si accorgono che l'implicito "nonostante la tua pelle" sia ugualmente grave.
Questo manifesto è attuale, forte, più che mai necessario.
Finalmente una voce femminile che non abbassa il tono, che ha il coraggio non di stare “un passo indietro” – a proposito di attualità – bensì di farsi ascoltare e rispettare.
Rispondendo, per esempio, a domande fuori luogo, o mettendo a tacere quei rigurgiti razzisti e nazionalisti che purtroppo non sembrano voler scomparire dalle notizie di cronaca nazionale.
Finché l’Italia non saprà riconoscere (e quindi espiare) il proprio passato coloniale, il razzismo continuerà a essere un problema urgente e incalzante.
«Da bambina mi sarebbe piaciuto leggere di storie e di testimonianze simili alla mia. Mi avrebbe sicuramente aiutata».
Espérance si propone dunque come punto di riferimento per tutte quelle persone che ogni giorno, come lei, si trovano costrette ad affrontare i dubbi altrui sulle proprie origini e sulla propria pelle. O, in alternativa, per chi è solamente curioso di comprendere meglio l’esperienza di una (inarrestabile) donna nera italiana.