di Nicola Pifferi
Vi piace la Notte dei Ricercatori di Trento? A noi è sempre piaciuta molto e l'abbiamo sempre seguita con grande piacere. Quest'anno, però, c'è una novità: il nome a cui siamo tanto affezionati, Notte dei Ricercatori appunto, non c'è più. Ha lasciato spazio a un nuovo brand: La Ricerca va in Città. Il motivo sembra essere semplice: la Commissione Europea, che finanzia l'evento, ha emanato un bando biennale per la realizzazione di questo importante evento di divulgazione. A questo punto ci si chiederebbe: "Beh! E il problema dove sta?". Semplice, o meglio, per niente semplice: se io ho un bando biennale, devo stare attento a quando parto. Se becco l'anno sbagliato, poi, ho finito di vivere.
Ora, questo evento La Ricerca va in Città, sembra essere proprio un gioco per riuscire a riportasi in pari con la Commissione Europea. Insomma, saltando l'anno prossimo, unitn riuscirebbe a riprendere il ritmo e quindi, forse, potrebbe accedere ai fondi UE. In realtà, all'inizio, sembra che l'anno sfasato fosse stato scelto per non interferire con la Libera Università di Bolzano, che assieme alla Provincia e all'EURAC organizza l'evento in Alto Adige.
Anche loro, però, per i nomi di creatività ne hanno: la notte dei ricercatori in salsa sudtirolese si chima Lunga Notte della Ricerca, a occhio sembra essere una semplice traduzione del tedesco Lange Nacht der Forschung, ma potrebbe essere anche una buona dose di bolzaninità: bastian contrari per passione.
Intanto adesso bisogna capire cosa succederà nei prossimi anni: una Notte all'anno? a turno Trento e Bolzano? oppure tutte le Notti sovrapposte? oppure magari una Notte sola in collaborazione tra unibz e unitn? Io la butto lì, poi voi vedete che farci.