di Alessio Anesi
Mentre David Mancuso poneva le basi della disco music nel suo "The Loft" a Manhattan, nei teatri "Off-Off-Broadway" dei primi anni Settanta muoveva i loro primi passi in punta di piedi i Les Ballets Trockadero de Monte Carlo. Figli diretti dei moti di Stonewall (1969), i Trocks (come sono affettuosamente conosciuti nell'ambiente) sono infatti una compagnia maschile che ha spavaldamente introdotto la tipica esuberanza drag nel rigido mondo del ballo classico. Fedeli alla loro missione di presentare una visione giocosa e divertente del balletto tradizionale in forma di parodia "en travesti", in pochi anni i Trocks si sono affermati come un'acclamato fenomeno mondiale, lasciandosi alle spalle i palcoscenici di periferia per dare vita ad un'interminabile ascesa che, dopo più di 40anni e 600 città li ha portati, martedì 10 dicembre, anche Trento, all'interno della rassegna InDanza, curata da Emanuele Masi per il Centro Servizi Culturali S. Chiara.
Ora, da ignorante in materia quale sono, devo ammettere che mentre prendevo posto al Teatro Sociale le incognite che mi turbinavano in mente erano molte. Non che prevedessi una puntata di Rupaul's Drag Race, ma ammetto che da uomini nerboruti, roteanti in piumati tutù sulle note del Lago dei Cigni di Tchajkovskij non sapevo proprio cosa aspettarmi.
Contro ogni aspettativa invece, una volta calato il sipario mi sono ritrovato ad applaudire una performance capace di ribaltare qualsiasi pronostico avessi messo in campo. Non che magicamente abbia iniziato a comprendere la nobile arte del balletto, decisamente no, ma è innegabile che i Trocks siano riusciti a farmi apprezzare con disarmante facilità tutte le sfaccettature di questa espressione artistica presentate nel corso dei tre atti. Dal già citato Lago dei Cigni al famigerato Go For Barocco passando per il "titolo a sorpresa" (una spiazzante performance di pura danza contemporanea che, a differenza di altri, ho apprezzato moltissmo), l'energia e la classe dei Les Ballets Trockadero de Monte Carlo è stata palpabile e contagiosa in ogni particolare del loro spettacolo. Anzi, non solo mi hanno regalato un'esperienza totalmente appagante, ma le forti e variegate personalità dei singoli ballerini hanno toccato i giusti tasti, trascinandomi nel loro mondo e lasciandomi soprattutto voglioso di scoprirne i segreti. L'equilibrato connubio di ironia e tecnica, impertinenza e raffinatezza si è rivelato la leva giusta per e portare ancora una volta a compimento la sempreverde missione dei Trocks: valorizzare la danza come forma espressiva e divertire con essa il pubblico più vasto possibile.