Dove sono finiti i ragazzi?

Nel 2008, diciotto ragazze di una scuola superiore americana, tutte under 16, rimasero incinte contemporaneamente: un fatto sconvolgente, penserete, ma ancor più sconvolgente fu scoprire che non si trattò di un'assurda e drammatica coincidenza, ma di un patto segreto. Le ragazze avevano deciso di rimanere incinte nello stesso periodo per aiutarsi l'una con l'altra ed allevare i bambini, tutte insieme, in una specie di "comune femminile". Un vero e proprio scandalo internazionale, nel giro di pochi mesi l'attenzione fu focalizzata su di loro: diciotto ragazze madri ed una maternità fuori dagli schemi.

Ma i ragazzi? Dove sono finiti i giovani padri e perché non vennero considerati idonei a prendere parte al progetto? Cosa fanno, ma soprattutto cosa pensano a riguardo? Sorry, boys si interroga proprio su questo: le ragazze non ci sono e lo sguardo infatti si sposta interamente sul sistema- ospite in cui questa storia è nata. Qual'è cioè il contesto sociale adulto, la cellula- ospite, in cui questo progetto virale di maternità ha potuto prendere forma e svilupparsi? Ed inoltre, mentre le ragazze si uniscono e progettano una comunità nuova, dove sono e cosa fanno i giovani padri? Che uomini adulti si preparano a diventare?

Il racconto di Marta Cuscunà sarà rappresentato Mercoledì 3 Febbraio, alle ore 20:30, al Teatro Sociale, in Via Oss Mazzurana ed esprime il tentativo di trovare nuove forme per comunicare il tema del cambiamento maschile, lasciando intravedere come esso potrebbe aprire per gli uomini, nuovi spazi di libertà. Un cambiamento non più difensivo e frustrante, ma che miri alla conquista di una nuova felicità.

Foto: www.centralefies.it

 

Erika Digiacomo