di Nicola Pifferi
Si avvicina un fine settimana elettorale: sono ben due i grandi appuntamenti europei che chiameranno gli elettori alle urne. Da un lato, il Referendum Costituzionale di cui tanto si è parlato in Italia ma soprattutto il secondo ballottaggio delle Presidenziali Austriache. Sì, “soprattutto” stiamo parlando del secondo tentativo, perché il primo era stato annullato per presunti brogli legati allo spoglio delle schede del voto per corrispondenza. I candidati sono gli stessi: da un lato c’è il verde Alexander van der Bellen, vincitore al primo ballottaggio a maggio per uno 0,3%, proprio grazie ai voti degli austriaci all’estero. Dall’altro lo sconfitto Norbert Hofer.
Riassumiamo per chi se lo fosse perso: secondo il candidato di estrema destra dell’FPÖ, lo spoglio dei voti è stato fatto in modo irregolare, L’accusa è di aver modificato circa 78.000 voti e ha presentato un ricorso alla Corte Costituzionale austriaca. La Corte ha quindi annullato il risultati ed è per questo che si voterà il 4 dicembre. Anche se non c’era una vera e propria prova che i risultati di maggio fossero stati manipolati, il dubbio resta.. Anche perchè Van der Bellen ha vinto per poco più di 30.000 voti, molto meno dei possibili irregolari. E in più la carica da luglio è retta da un consiglio tripartito: e uno dei tre rappresentanti è proprio Hofer.
Durante la campagna elettorale le dichiarazioni populiste e di estrema destra di Hofer avevano costretto l’allora Governo di centro-sinistra a prendere delle contromisure per non perdere i voti degli euroscettici. Cosa hanno pensato i geni? Chiudere il passo del Brennero: situazione che ha continuato a ripetersi per l’interno 2016. Il tentativo, disperato e fallimentare, era appunto di fare breccia in quell’elettorato di estrema destra con un “contentino”: chiudere il Brennero significa, nella mentalità dell’elettore medio, sbarrare la strada ai migranti che invadono l’Austria.
Ma chi sono i due contendenti? Alexander van der Bellen, classe 1944, professore ed economista, viene dal partito dei verdi. Crede nell’Unione Europea, nei valori di uguaglianza e rispetto reciproco. Con lui Presidente l’Austria continuerebbe la sua politica filo-europea e non ci sarebbe più il problema del passo del Brennero.
Invece Norbert Hofer, 45 anni, leader della FPÖ, il Partito della Libertà Austriaco, ha basato tutta la sua campagna elettorale sul tema dei migranti e contro l’Unione Europea. Se dovesse vincere lui l’Austria non abbandonerebbe di sicuro l’Unione, perché anche il Parlamento deve decidere assieme al Governo…. Però potrebbe spingere per una modifica degli accordi con Bruxelles per restare. Hofer propone anche a un ripensamento della questione sudtirolese. Tradotto: si rimetterebbe in discussione la situazione del Trentino Alto Adige, terra di lingua mista italo-tedesca-ladina in territorio italiano, separata dal Tirolo del Nord e dell’Est, in Austria, il tutto però in un clima assolutamente positivo grazie agli accordi di pace tra i due Stati e alla nascita dell’amministrazione unica dell’Euregio: che poi è proprio per questo che una chiusura del Brennero risulterebbe poco sensata.
E se Hofer punta tutto sulla propaganda populista, Van der Bellen cerca di raggiungere invece i giovani scontenti delle valli e delle periferie. Per avvicinarsi al linguaggio dei millennials il comitato elettorale dei verdi ha creato un’app che ti permette di scattarti un selfie con Alexander. Indovinate il nome? Van der Selfie, ovviamente! Sfida diversa quella di Hofer. Come per Trump, il candidato xenofobo dovrà moderare i toni al punto giusto per recuperare gli elettori moderati di centro destra, stando però attenti a non perdere quelli di estrema.
E a proposito di destre estreme, anche altri movimenti nei Paesi UE chiedono di uscire dall’Unione, si sente spesso parlare infatti di Frexit o Nexit, termini rispettivamente legati a un abbandono di Francia e Paesi Bassi. Ma come già detto, non è che l’elezione di Hofer determinerebbe automaticamente l’uscita dell’Austria dall’Unione Europea, e non è neppure detto che una Öexit causerebbe anche la Frexit e la Nexit.