I Moka: di città in città, di persona in persona

L'arte come strumento di ricerca al servizio della comunità

All’interno dei progetti presentati per il bando regionale “Generazioni”, organizzato dalle cooperative sociali Young Inside e Inside che ha tra i principali obiettivi quello di stimolare il lavoro culturale creativo, per tornare ad animare i territori, utilizzando la cultura come leva per attivare la popolazione e in particolare i giovani, vi sono realtà che ne sono state protagoniste per più anni consecutivi.

Una di queste è senza dubbio il gruppo informale I Moka, la quale ha partecipato al bando per tre anni di seguito con i progetti: “The In – The Out”, “Mo’ cambierà” e “Ponti tra sogno e realtà".

Così abbiamo deciso di intervistare Anika, una delle componenti del gruppo, la quale con entusiasmo e sincerità ci ha raccontato il percorso fin dagli albori.

I Moka non esistevano prima del bando, ma sono nati grazie ad esso, nel momento in cui il gruppo di amici ha scoperto che Generazioni poteva essere un veicolo attraverso il quale parlare a più persone differenti, trasmettendo un messaggio che avesse i valori in cui tutti loro credevano.

I Moka quindi, sono un gruppo di amici che ha deciso di mettersi in gioco, scendendo in campo con le proprie capacità, le proprie esperienze e peculiarità.

Anika ad esempio, è stata per anni direttrice artistica di una rassegna di teatro civile. Ci ha raccontato che  ha vissuto per 12 anni fuori Bolzano e che, al rientro, le è sembrata una città del tutto nuova.

Il suo lavoro negli ultimi anni è stato soprattutto quello di far circolare spettacoli provenienti da fuori, con il rischio di far credere che per lei il territorio fosse meno importante.

Tuttavia il suo intento era diverso. Lei voleva far sì che la sua terra potesse ospitare altre realtà. Non voleva più andare via, ma restare e portare l’arte nella sua terra.

Il bando Generazioni le ha dato una grande opportunità di riscatto per far capire alla comunità che lei teneva tantissimo a quei luoghi e infatti, per Generazioni, ha collaborato solo ed esclusivamente con artisti e non solo dell’Alto Adige.

In tutti e tre i progetti presentati le persone sono state messe al centro.

Anika ci ha spiegato che, con I Moka, hanno selezionato soggetti del tutto diversi tra loro; per status, per etnia, per situazioni fisiche e sociali. Chi ha partecipato si è donato completamente e questo ha reso possibile la creazione di qualcosa di veramente grande.

Con il progetto del 2021 intitolato “Ponti tra sogni e realtà” Anika e gli altri hanno scelto sei persone che avessero un sogno e altre sei persone che quel sogno lo avevano realizzato proprio su quel territorio.

Questo ha aiutato le prime sei a non sentirsi obbligate ad andare via, ma a capire che anche per loro era possibile restare e realizzarsi.

Ad esempio una ragazza è diventata la spalla di una videomaker e ancora un altro ragazzo sta facendo carriera come fotografo. Il loro lavoro quindi non è finito con l’ideazione del progetto e con i primi passi, ma è continuato attraverso la gente del posto che ha contribuito.

Successivamente, Anika ci ha spiegato che I Moka nascono per una sua volontà e che ha compreso l'importanza di circondarsi di persone che sappiano svolgere tutti quei ruoli che un singolo non riuscirebbe mai a soddisfare da solo.

Inizialmente il nucleo del gruppo era formato da tre persone fisse e poi si sono aggiunti gli altri; professionisti e volontari.

Scegliere chi far entrare nel gruppo non è stato facile. Spesso non bastano le competenze dimostrabili, ma serve soprattutto empatia e capacità di lavorare in gruppo.

Anche lavorare con gli amici non è stato sempre semplice, anzi, come ci ha spiegato la giovane artista, anche I Moka hanno dovuto capire come far convergere amicizia e professionalità e quindi, come reimparare a comunicare tra loro.

“Meno ma con più cura”, questo è stato il motto del gruppo per cercare di far arrivare al meglio, a tutta la comunità, le informazioni più importanti.

I Moka hanno reso possibile un format che non si era mai visto prima: indagini territoriali che dessero un risultato artistico. Poter dare questo contributo è stato soddisfacente, ci dice Anika. Prima il gruppo informale non aveva ricevuto alcun tipo di formazione, mentre in questi tre anni, la formazione del Bando Generazioni, è stata davvero importante.

Infine abbiamo chiesto ad Anika cosa si aspettano dal futuro.

Lei, sorridendo, ci ha risposto che I Moka non sono un’associazione ma vorrebbero continuare a lavorare come gruppo informale per essere utili ai territori, alle Province e alle istituzioni.

Ciò che si aspettano, al di là dei risultati numerici, è che le istituzioni continuino a dare fiducia a questo nuovo modo di fare sondaggi e di scoprire il territorio.

L’anno scorso le varie squadre di lavoro si spostavano di città in città; il loro è stato uno staff itinerante che si muoveva di territorio in territorio, di volta in volta incontrando persone diverse. La loro parola d’ordine è “dialogo”. Dev’esserci volontà e voglia di rischiare e di mettersi in gioco.

Ringraziamo Anika per l’entusiasmo con il quale ci ha raccontato la sua, anzi la loro, avventura con Generazioni. Non possiamo che essere felici di accogliere le speranze de I Moka, con l’augurio che ci saranno sempre persone pronte ad sostenere le loro sfide.

(Articolo scritto da Ambra Proto nell'ambito del percorso esperienziale con Mercurio Società Cooperativa all'interno del Media Contest – Festival Agenda 2030)