Dalle donne dell’Assemblea Costituente alle fashion blogger!

La figura femminile: i suoi progressi, i suoi meriti, i suoi difetti.

di Martina Bartocci

L’8 marzo è la Giornata internazionale dei diritti della donna! E’ di sicuro il giorno più giallo e profumato dell’anno, in cui i venditori ambulanti ti inseguono con le mimose e gli uomini più galanti ti porgono i loro auguri. Al di là di questi rituali (che fanno sempre piacere, ma che hanno poca sostanza), tale ricorrenza ci permette di riflettere sui progressi fatti dal genere femminile nel corso della storia. Dalla donna sottomessa del passato si è arrivati ad una figura femminile emancipata, eppure a volte, ancora schiava di se stessa e del proprio corpo.

Nel panorama giuridico, è l’art.3 della Costituzione italiana a proclamare l’uguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso. Possiamo dire infatti, che la scrittura della nostra Carta costituzionale e l’esaltazione della donna come soggetto di diritto siano andate di pari passo. Il 2 giugno 1946, si votò per il referendum istituzionale tra Monarchia o Repubblica e per eleggere l’Assemblea costituente. Un traguardo storico per il nostro paese: grazie al suffragio universale e all’esercizio dell’elettorato passivo, le donne ebbero la possibilità di votare ed entrarono in Parlamento. Su un totale di 556 deputati furono elette 21 donne (9 della Democrazia cristiana, 9 del Partito comunista, 2 del Partito socialista e 1 dell’Uomo qualunque). La loro attenzione fu dedicata ai temi dell’emancipazione femminile e, seppur con gradi diversi di impegno e di visibilità, tutte lasciarono un segno su quella Carta. Teresa Mattei, la più giovane deputata ad essere eletta nelle liste del PCI scrisse: “Provammo ad aprire le porte della magistratura alle donne. In aula fui io a leggere la relazione. Mentre parlavo i deputati più anziani si misero a gridare ‘Le donne? E, durante quei giorni, sì durante il ciclo mensile, come potrebbero giudicare con serenità?’. Quando si votò per il ripudio della guerra, noi, tutte e 21, ci tenemmo la mano. Eravamo tutte per la pace, anche la collega qualunquista, che poi era monarchica. Fummo unite anche per rimuovere il divieto che avevano le infermiere di sposarsi. E ci riuscimmo”. Quelle istanze sopite e, spesso inascoltate, fecero strada alle leggi più rappresentative del progresso femminile: l’accesso alle professioni dei Pubblici Uffici del 1963; il divorzio nel 1970; la riforma del diritto di famiglia del 1975; la legge del 1978 sul diritto di aborto; l’abolizione del diritto d’onore e del matrimonio riparatore nel 1981 e tante altre, alcune delle quali, ahimè, devono essere ancora scritte!

Se, nellà metà del '900, si aveva come figura femminile di riferimento la donna in parlamento o anche più semplicemente, la donna madre collante di tutta la famiglia, oggi lo stereotipo femminile è molto diverso. Idoli di tutte le adolescenti e non, le fashion blogger spopolano sui social e ottengono milioni di visualizzazioni con i loro consigli di stile e di make-up. Sono le stesse influencer che troviamo nelle vetrine dei negozi di intimo, sulle prime pagine dei giornali di gossip e in vari programmi televisivi dove, troppo spesso, mettono in risalto la grande bellezza e l’enorme ignoranza. Ma la bellezza non è un merito, è un dono! Come tutti i doni, si ringrazia per averla ricevuta e se ne fa tesoro. Occorre però dimostrare, (come alcune fashion blogger già fanno per carità!) che dietro quei fisici scolpiti e quei volti d’angelo, ci sia sostanza. Coniugare correttamente un congiuntivo non è un reato, la raffinatezza non è antica e una vita lontano dai riflettori non è meno avvincente!

Oggi dunque, è opportuno che gli uomini riflettano sul male che hanno fatto (e che fanno) alle donne e sulle opportunità che hanno negato loro. Ma noi donne, con un senso di responsabilità ancor maggiore, impegniamoci per non annullare tutti i progressi fatti e per non permettere la reificazione della figura femminile.

Auguri a tutte!

 

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