a cura di Veronica Permer
Trento è Castello del Buonconsiglio, Muse, Museo Diocesano, ma è anche tanto altro.
In Cultural.Trento andremo alla scoperta di alcuni luoghi culturali e di aggregazione sparsi per la città con una serie di interviste.
Macro e micro si incontrano per far crescere sempre di più ciò che ci circonda.
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Ho voluto convogliare le mie passioni in un luogo, in un piccolo spazio che avesse il sapore di una casa, ma anche in grado di recepire la ricchezza di suggestioni e stimoli che ci circondano, perennemente in viaggio verso mete lontane e vicine, tra passato e presente, interiore ed esteriore.
Vera Boni descrive così Pulk spazio creativo, il luogo che lei stessa ha creato con l’arrivo dell’estate 2021, anche se le idee erano in fermento già da un po’.
Con le sue grandi vetrate e i suoi colori tenui, Pulk è un luogo multiforme e cangiante, costituito da più anime. Inclusivo, flessibile, intimo, Pulk, in via del Brennero 126, raccoglie più luoghi all’interno dello stesso spazio. Laboratori di cucina dal mondo, supper club, workshop, mostre temporanee, lezioni di yoga, appuntamenti online, e non solo, si svolgono qui. Pulk, infatti, può essere anche affittato temporaneamente da privati e aziende per eventi, meeting e riunioni.
Pulk è un vero e proprio melting pot, lontano dai ritmi frenetici della vita di tutti i giorni, in cui la sperimentazione e la condivisione sono alla base di tutte le sue attività. La tradizione incontra l’innovazione per andare oltre e ampliare i propri orizzonti.
In viaggio verso luoghi lontani, soprattutto con i laboratori di cucina dal mondo e i supper club, Pulk è un nome che in inglese e norvegese indica una piccola slitta nordica. Un mezzo di trasporto pratico e di condivisione, che sembra richiamare l’essenza del luogo che Vera ha ideato. Un viaggio metaforico e reale, con il cibo e i suoi incontri, dal Marocco all’Iran, dal Libano all’Uzbekistan, fino a giungere sino a noi. Il tutto a bordo di questo slittino in perenne movimento.
Da dove nasce Pulk e cosa rappresenta il suo logo, costituito da due frecce dirette verso l’alto e una tenda con all’interno una lampadina accesa?
In realtà Pulk sono quelle piccole slitte nordiche trainate dai cani o dagli sciatori. La mia idea è proprio che Pulk sia uno spazio trainante, fluido, che non abbia quindi una definizione chiara. Infatti è un luogo flessibile e multifunzionale. Il logo parte come una sorta di slitta che, grazie al lavoro che abbiamo fatto con la mia grafica [Giulia Mantovani], si trasforma in un triangolo che indica una sorta di casa. C’è sempre quest’idea di domesticità, in cui le persone decidono di venire per staccare dalla quotidianità e arrivare in uno spazio nuovo, rigenerante, per qualunque tipo di incontro. Pulk è uno spazio fondato sul benessere, che sia il cibo, lo yoga, i workshop, le varie attività. Quindi la lampadina accesa rimanda all’idea del focolare, della casa. Ha una sorte di concezione nordica, hygge.
Pulk, fucina di incontri ed esperienze diverse, è un luogo curato nei minimi dettagli. Dal workshop di ricamo creativo ai corsi di yoga, dalla rubrica di ricette sane e gustose con la psicologa Laura Endrighi ai supper club persiani, palestinesi, libanesi, thai e indiani, le idee non mancano. Da dove trai ispirazione di volta in volta?
Non lo so nemmeno io… Certamente Instagram gioca una buona parte, nel senso che alcune ragazze le ho trovate lì. Vuoi o non vuoi Instagram è un modo per trovare affinità con persone che hanno i tuoi gusti o le tue passioni. Poi i viaggi, il cibo, un po’ di conoscenze, di passaparola, a cui si aggiungono le cose che mi vengono in mente all’improvviso e che cerco. Sono riuscita a trovare, soprattutto per la cucina, un sacco di donne bravissime, di ragazze che collaborano con me. Sono molto felice perché finora le cose sono riuscite bene.
‘Be my guest’, l’espressione usata nei supper londinesi che noi traduciamo con ‘sii mio ospite, fai come a casa tua’, è parte della filosofia di Pulk. Quanto è importante questo concetto negli eventi che organizzi?
Tanto. Secondo me è fondamentale che le persone si sentano a loro agio e vengano accolte in uno spazio che abbia un’anima. È molto importante che le persone si rilassino, che vengano perché decidono di rompere con le cose della quotidianità. Soprattutto con i supper club e con i laboratori di cucina, dove si trattano ricette dal mondo, c’è sempre quest’idea del viaggio, di uscire dalla porta di casa, di fare pochi passi per poi trasferirsi in una sorta di angolo di mondo. I supper club, i laboratori di cucina sono legati a cucine del mondo, in cui, oltre al cibo, c’è di mezzo la musica, l’allestimento. Le donne che cucinano sono di varie nazionalità, che portano i loro piatti casalinghi con un sapore autentico e sincero.
Settembre è mese di novità e nuovi inizi. Che cosa ci riserverà il programma autunnale e cosa ti aspetti dal futuro?
A settembre partiremo con i laboratori di cucina dal mondo, da quello indiano a quello palestinese e medio-orientale. Torneranno i supper club con nuove tipologie di cucina, come quella indonesiana. Ci saranno anche nuove collaborazioni e ritorneranno la cucina marocchina e tutte quelle già sperimentate, ma con nuovi piatti. Inizieranno i corsi di accompagnamento al parto con Chiara Monauni. Uno spazio dedicato ai genitori in attesa, per concedere a se stessi e al proprio bambino di capirsi meglio e arrivare preparati. Riprenderanno gli appuntamenti con la psicologa Laura Endrighi, legati al tema dell’alimentazione e del benessere, sempre in chiave molto leggera, come una sorta di conversazione. Torneranno, non solo a settembre, ma anche a ottobre, i corsi di ricamo creativo con Isotta Graziadei [Ottacrafts], ma anche un workshop sulla pittura di tessuti con Martina Coller [Tuliptextileart]. Continuerà la collaborazione con la galleria d’arte Cellar Contemporary. Dopo la mostra “Sogni a fior di pelle” di Margherita Paoletti, a fine novembre ci sarà una nuova esposizione. Tornerà lo yoga con nuovi orari, anche serali, e a inizio ottobre ci sarà un mercatino di giovani artigiane. A settembre è previsto un workshop su come fare un brunch in stile nordico, per poi gustarlo in spensieratezza. Inoltre Pulk si può affittare, come ha già fatto un cuoco due volte al mese per i suoi laboratori di cucina.
Pulk insomma è uno spazio in divenire. La mia volontà, per il futuro, è di continuare a sperimentare. Lasciare spazio a creativi, a chi ha voglia di fare, per potersi mettere in gioco in questo luogo vitale.
Grazie a Vera per essere stata con noi!
Pulk spazio creativo si trova in via del Brennero 126.
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