Criminalità reale e percezione soggettiva a Trento

...che si riconferma una città sicura. Ce lo dice il progetto europeo eSecurity
(Foto di Alberto Gianera. Titolo: "Ma facciamocelo un bell'applauso!")

Ieri, presso la facoltà di giurisprudenza, si è tenuto il seminario di presentazione dei risultati della prima rilevazione  effettuata nell'ambito di eSecurity, dal titolo 'Indagine sulla sicurezza oggettiva e soggettiva nel comune di Trento'. Un progetto ambizioso e importante, che si qualifica come il primo al mondo di sicurezza urbana predittiva.

L'indagine è stata condotta attraverso questionari e interviste telefoniche rivolte a 4 mila cittadini residenti. I nominativi,estratti dagli archivi anagrafici comunali, hanno formato un campione effettivamente rappresentativo della popolazione tramite una stratificazione avvenuta per genere, fascia d'età e circoscrizione di residenza. 
 
Questo studio ha coperto due macro ambiti: il primo, l'ambito oggettivo, riguarda la raccolta e l'analisi dei dati relativi a reati effettivamente subiti dai cittadini trentini, mentre quello soggettivo è la parte squisitamente opinionistica, circa la percezione che questi stessi cittadini hanno della sicurezza nel luogo in cui vivono. 
Nel corso dell'incontro, alla presenza del sindaco di Trento Alessandro Andreatta e del questore Giorgio Iacobone, si è discusso dei risultati. Non sono stati particolarmente sorprendenti: Trento gode di più che buoni livelli di sicurezza urbana reale, e si sapeva. Una nota di particolare interesse quella rilevata da Andrea Di Nicola, coordinatore scientifico del progetto e professore di criminologia, illustrando quella che ha definito la "coerenza" dei trentini: le zone in cui effettivamente si concentra il maggior numeri di reati sono anche quelle che vengono percepite come meno sicure, dunque per lo più la sicurezza oggettiva va di pari passo con la sicurezza soggettiva. Certo, con qualche eccezione: Sardagna e Povo vengono considerate dai cittadini molto più pericolose di quanto non lo siano nella realtà. 
 
Inoltre, al campione di cittadinanza coinvolto nello studio è stato chiesto quale sarebbe la loro soluzione per migliorare la sicurezza e la vivibilità. Le misure considerate più utili -con risultati plebiscitari: più dell' 80% dei partecipanti-  sono  il pattugliamento da parte delle forze dell'ordine e maggiore illuminazione, si parla quindi di due misure "istituzionali" richieste a gran voce dalla cittadinanza: un dato su cui il questore non ha potuto fare a meno di riflettere. 
 
I risultati dell'indagine andranno a confluire nel database del progetto europeo eSecurity, concepito per immagazzinare dati su eventi criminali, vittimizzazione, percezione della sicurezza e del disordine urbano, in modo da creare un sistema informativo geografico, per permettere alle autorità di polizia e ai decisori politici di gestire in maniera più efficiente la sicurezza urbana e di prevenire la criminalità.