“Tutti i rosa della Bertilla”: intervista al vincitore de l’Ateneo dei racconti

Stefano Berlato, 31 anni, è stato proclamato il vincitore della sesta edizione de "L'Ateneo dei Racconti"

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"Tutti i rosa della Bertilla": intervista al vincitore de l'Ateneo dei racconti
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di Fiamma Rodi

Il 16 maggio scorso si è concluso il concorso "L'Ateneo dei Racconti" che ha premiato diversi studenti giudicati da tre giurie principali: letteraria, studentesca e artistica.

Il vincitore della sesta edizione è risultato Stefano Berlato con il racconto "Tutti i rosa della Bertilla". Tra battute e vestiti color rosa Stefano ha scelto di parlare del suo paese, Malo nel Vincentino, e di ambientare il suo racconto nell'immediato dopoguerra.

Tutto ruota attorno ad una donna di nome Bertilla e alla sua colorita personalità con cui racconta tra allusioni e doppi sensi il suo rapporto con le amiche, gli amanti e quindi i dialoghi con Don Ferruccio, parroco del paese e coetaneo della protagonista.

Ma diamo la parola all'autore:

"Stefano, vorremmo che presentassi ai nostri lettori il tuo racconto e la sua protagonista Bertilla."

Il racconto non ha un inizio vero e proprio: la scelta di partecipare al concorso e il voler raccontare la Bertilla sono accaduti quasi per caso. Tutto è nato grazie al contributo di un ex vincitore dell'edizione scorsa de "L'Ateneo dei Racconti" che mi ha fatto leggere il suo racconto in cui scriveva della sua terra, la Sicilia; per questo ho deciso di parlare dei miei luoghi, di Malo, un paese dell'alto vicentino, poi ho costruito i personaggi che mi venivano in mente, legati al mondo di mia nonna e della Vicenza del secondo dopoguerra.

"Come mai hai deciso di inserire delle espressioni in dialetto?"

Avevo letto nel bando che il racconto sarebbe stato trasposto in un'opera teatrale e così ho deciso di scrivere qualcosa di umoristico; ho scelto di includere frasi ed espressioni in dialetto veneto per rendere più realistica la narrazione e per dare una coloritura particolare al racconto, anche perché è risaputo che il dialetto veneto fa già ridere di suo. ndr, ride.

"Qualche parola sulla tua esperienza con l'ateneo trentino e con "L'Ateneo dei racconti".

La mia esperienza in ateneo è in realtà limitata perchè sono uno studente lavoratore, provengo dall'ateneo di Padova e mi ritrovo molto bene qui a Trento anche se vengo solo per dare gli esami. Essendo comunque in età relativamente adulta, ho 31 anni, e a causa degli impegni di lavoro ho potuto partecipare poco agli incontri organizzati per il concorso; è stato però molto soddisfacente e mi è spiaciuto non aver visto tutte le serate oppure scambiare qualche parola in più con gli altri finalisti o con lo staff.

"Il racconto è nato per il concorso oppure avevi già in mente il personaggio della Bertilla?"

La Bertilla è stata "usata" per il racconto e la partecipazione al concorso e, anche se in alcune parti ho scelto di esasperarne il carattere a scopi umoristici, era un personaggio reale, un'amica di mia nonna. L'ultimo ricordo vivido che avevo di lei era appunto un suo vestito tutto rosa: questa ultima immagine e il suo carattere "civettuolo" mi hanno dato la possibilità di costruire il suo personaggio e di lavorare sul racconto.

Concludendo possiamo dire che se ai giovani scrittori generalmente si dà il consiglio di "scrivere soprattutto di ciò che più si conosce", Stefano Berlato ci ha consegnato un racconto dove viene descritta una Italia che non esiste più ma che ancora si può ritrovare grazie alla forza del ricordo.