Trentino History: la storia del Trentino raccontata da Federico Duca

Quando un libro di storia è racchiuso in una pagina Instagram

di Martina Bartocci

Trentino History è un nuovo profilo Instagram che, con un modus operandi del tutto inedito, va alla scoperta dei luoghi e dei personaggi più importanti del Trentino. Per capire di cosa si tratta, abbiamo intervistato Federico Duca, studente di giurisprudenza e fondatore di questa realtà.

Com’è nata l’idea di creare questa pagina? Nasce dalla tua passione per la storia?

Io ho sempre avuto la passione per la storia fin dai tempi del liceo, anche grazie ad insegnanti che mi hanno avvicinato con interesse a questa materia. In particolare, grazie al prof. Marcello Bonazza che è il presidente della Società di Studi Trentini di Scienze Storiche. L’idea di creare la pagina è nata quando, dopo la quarantena, sono uscito un sabato a fare una passeggiata in città e, passando lungo Corso 3 Novembre, ho pensato ad una villa storica che era lì e che è stata abbattuta. Mi è venuto un flash: perché non provare a raccontare questi luoghi, raccontando anche i personaggi e le storie che ci sono dietro? Quindi ho subito immaginato un progetto su Instagram: un profilo sul quale pubblicare le foto d’epoca di alcune zone della città mostrando, al contempo, come quelle zone sono attualmente.

Come mai hai scelto Instagram per questo progetto e non hai pensato, ad esempio, ad un blog?

Il blog è uno strumento vecchio. In passato, ho provato a fare giornalismo e a porre dei miei contenuti sui principali giornali locali e su un blog personale. Le persone mi facevano i complimenti, ma quando chiedevo loro cosa pensassero dell’argomento trattato, scoprivo che non sapevano neppure di cosa avessi scritto. I miei coetanei non mi leggevano. Oggi, tramite Instagram, propongo della “pillole” di storia e provo a scrivere i contenuti paragrafando e inserendo un apparato grafico, il tutto per non appesantire la lettura.

Quali sono le fonti principali che utilizzi per documentarti e creare i contenuti?

Parto da una conoscenza personale poi, da quando è iniziata questa avventura lo Studio Bibliografico Adige, in Via del Travai, mi aiuta e mi indirizza nella ricerca di ciò di cui ho bisogno. Attingo anche dalla Biblioteca Comunale e, soprattutto, dalla Biblioteca Digitale Trentina. Mi piace sottolineare che, grazie a quest’ultima, è stato fatto un gran lavoro di catalogazione delle cartoline del Trentino. 

Trentino History si concentrerà soltanto sui luoghi storici del centro città oppure guarderà a tutto il Trentino?

L’idea è partire dal centro per raccontare pian piano tutto il Trentino. Fra non molto, ad esempio, ci concentreremo sulla Val di Non. Tante persone mi stanno scrivendo, vogliono collaborare e ci saranno prossimamente molti più contenuti. Al momento siamo in tre ma in futuro, molto probabilmente, saremo una decina di persone. Sarebbe bello creare un team, per far sì che le decisioni importanti vengano prese insieme. L’obiettivo sul lungo termine sarebbe quello, non solo di divulgare storia, ma anche di fare proposte. Ad esempio, se ci fossero dei beni culturali non valorizzati, potremmo sfruttare la nostra visibilità per offrire dei suggerimenti.  Ovviamente tutto questo senza scopo di lucro. Io non ci guadagno nulla, svolgo questa attività solamente per passione e per soddisfazione personale.

Trento è una città piena di fuorisede che, pur vivendo in città, conoscono poco del Trentino. Questa pagina può essere loro di aiuto?

La cosa bella è che tantissimi fuorisede mi scrivono per dirmi che stanno riscoprendo Trento e sono molto incuriositi dai contenuti del profilo. Questo fa capire che c’è un gap a livello istituzionale: su queste tematiche, le istituzioni non riescono a comunicare con i giovani e non riescono a comunicare con il nostro linguaggio sui social. Il problema è che molti studenti non sanno cosa ci sia fuori Trento. A pochi minuti dalla città ci sono i laghi e numerose testimonianze storiche da scoprire. Il Trentino investe molto e bene nel marketing, ma spesso passa l’idea che la nostra regione sia limitata solo alla montagna e agli sport ad essa inerenti. La storia viene spesso lasciata indietro, nonostante Trento abbia un trascorso interessante.

Perché i giovani dovrebbero seguire la tua pagina?

Perché provo a comunicare con il loro linguaggio, a comunicare con il linguaggio dei social. Nei post e nelle Instagram stories si trovano contenuti inediti. Il mio intento è quello di interessare il giovane, descrivendo quello che vede oggi e facendo una ricerca storica su quello che c’è dietro. L’aspetto interessante è che io non sono la pubblica amministrazione, non sono un museo storico: posso liberamente coinvolgere i privati e lo faccio solo se questi privati hanno una storia alle spalle e se hanno qualcosa da raccontare. Prima di aprire questo profilo, ho guardato le pagine di alcuni musei statunitensi: queste ultime si presentano quasi come dei “brand” ed hanno un metodo comunicativo molto aggressivo. C’è molto da imparare da queste realtà.

 

img.source: Trentino_history