Stregati da Genuine, ovvero Alberto Ferrari dona il suono a Robert Wiene

Alberto Ferrari dei Verdena vs. Genuine ieri 7 aprile per "Transiti" al Teatro Sanbapolis di Trento

Ci sono spettacoli da cui non sai cosa aspettarti. Eventi dove, fortunatamente, almeno per una volta, non sai a cosa puoi andare incontro. O forse lo sai. Ma le sensazioni che alla fine provi sono talmente lontane dalla realtà a cui sei abituato che la sopresa resta. Ed è pura sorpresa. Ieri, venerdì 7 aprile, al Teatro Sanbapolis di Trento è avvenuto questo.

Dopo l'intenso tour di Endkadenz vol. 1 e vol. 2, i Verdena si sono presi una pausa prima di lavorare al prossimo disco. Ed è approfittando di questa congiuntura che il festival trentino "Transiti" ha pensato di coinvolgere Alberto Ferrari, cantante, chitarrista e pianista dei Verdena, nella realizzazione di un progetto particolare. In collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema, ha preso in questo modo forma la sonorizzazione di "Genuine", film muto realizzato nel 1920 da Robert Wiene, dopo la sua più famosa opera "Il gabinetto del dottor Caligari".

"Genuine" è un concentrato di amore e odio, vendetta e redenzione, bellezza e morte. Confronti irresolubili, ossimori gettati in un'atmosfera onirica e surrealista, dove sono l'immagine e l'espressione dei corpi a raccontare una storia. Una storia che riassume i paradossi della nostra quotidianità. Soltanto a pochi mesi di distanza dal capolavoro assoluto "Il Gabinetto Del Dottor Caligari", il regista Robert Wiene ha affrontato nuovamente la strada della rappresentazione espressionistica di un racconto che fonda le basi del genere horror. La sarcedotessa Genuine è per Wiene la donna che rappresenta l’ideale della femme fatale capace di generare attrazione e una conseguente sottomissione al lussurioso potere demoniaco. Omicidi e sangue, poi la redenzione alimentata dall'amore: una redenzione inutile, un amore inutile, che alla fine si conclude con una morte dettata dalla mancata comprensione del diverso. Ma in fondo è tutto un sogno.

Si trattava di un soggetto ideale per la sensibilità artistica di Alberto Ferrari, artista che nei dischi dei Verdena ha sempre fuso cinismo e passione lirica, emozioni allo stato crudo e visioni psichedeliche. La sonorizzazione di un film muto, una scenografia minimale fatta solo di strumentazione, amplificatori e schermi. Un artista che guarda un film e dà voce alle immagini. Live.

Il sound ha seguito pedissequamente le scene di "Genuine" caratterizzando le varie parti del video con un un dipinto sonoro dalle sfaccettature molteplici, come diversi e talora opposti sono stati i sentimenti espressi dall'opera di Wiene. Una melodia ricorrente che a tratti evocava il basso di Roger Waters in "Money", ma avvicinava gli ascoltatori anche alle suggestioni di "Wow" dei Verdena. Poi, momenti di pura follia, quasi metallici, quasi black metal, grida "inferno e fiamme". E poi l'amore e l'ansia e la paura descritti dalle armonie. Alberto Ferrari è riuscito a sintetizzare perfettamente con la sua chitarra e il suo synth le immagini del film. Non essendo mai troppo Verdena, ma essendo semplicemente se stesso. Un uomo di fronte ad una storia, un uomo capace di raccontarla con un sensibilità fina e un'emozione sincera. Una storia che finisce con un'onirica morte triste ed inutile.

Ed alla fine sono rimasti solo uno schermo nero, un ampli e una testata arancione. Perchè Alberto è scappato dietro le quinte, applaudendo il pubblico e sorridendo timidamente. A testa bassa, dita sulla chitarra o sul piano, sudore ed emozione. Come sempre. Lo spettacolo tenutosi ieri a Trento, sarà stasera a Ravenna e domani a a Torino. L’evento, organizzato in collaborazione con SeeyouSound, è stato curato da Alberto Campo per il festival "Transiti" di Trento e dal Museo Nazionale del Cinema. Noi, intanto, aspettiamo il nuovo album dei Verdena. Grazie Alberto.

P.S.: E grazie al Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

 

Testo e foto: Serena Bressan

Video: "Razzi arpia inferno e fiamme" – Verdena, "Wow" (2011); "Mina" – Verdena, "Il suicidio dei samurai" (2004); "Valvonauta" – Verdena, "Verdena" (1999)