Sfila l’Italia antirazzista. In migliaia nelle piazze

FIRENZE – Migliaia in corteo a Firenze con dolore, rabbia e paura. Migliaia da tutta Italia per ricordare Samb Modou e Diop Mor, i due venditori senegalesi uccisi in piazza Dalmazia da un estremista di destra che ha ferito anche tre loro connazionali. Paura che, passata l'emozione del momento, l'antirazzismo resti uno slogan e che il gesto criminale di Gianluca Casseri sia archiviato come pura follia.

Erano tanti, tantissimi, i senegalesi che hanno manifestato, affiancati da molti italiani (tra i 12 e i 15 mila). Un fiume colorato ha percorso la città, da piazza Dalmazia, teatro del primo raid di Casseri, fino a piazza Santa Maria Novella, nel centro storico di Firenze. Pacifico, quasi sempre silenzioso: 'no al razzismo' 'no alla violenza' gli slogan urlati a tratti. E, poi, i canti dei senegalesi, l'invocazione di Allah. Un solo momento di tensione, all'inizio del corteo, con una breve contestazione da parte di un gruppo di antagonisti all'indirizzo dei leader politici all'urlo 'andate via'. Hanno scelto di mettere in testa al corteo le foto di Samb e Modou e i nomi dei tre feriti, Moustapha Dieng, Sogou Mor e Mbenghe Cheike.

Amici e parenti hanno sfilato tenendo alte le foto: accanto al volto di Modou, le immagini della moglie, rimasta in Senegal, e della figlia tredicenne ("che non ha conosciuto il padre", raccontano) e una scritta, 'Tredici anni senza vedere la sua famiglia e il suo sogno si e' fermato il 13 dicembré. E poi il ricordo di Diop Mor con una didascalia che pone un quesito inquietante: 'Perche' ha scelto solo i senegalesi al mercato?'.

A braccetto, seguono i responsabili della comunità senegalese fiorentina e organizzatori della manifestazione, il portavoce Pape Diaw e Assan Kebe, l'Associazione Giovani Senegalesi con il suo presidente Codé Yoek, l'ambasciatore Papa Gueje, consigliere speciale del presidente della Repubblica del Senegal, e il console onorario Eraldo Stefani. Ci sono tante bandiere, oltre quella del Senegal, di partiti (Pd, Idv, Sel, Rifondazione Comunista,, Radicali), di associazioni antirazziste, oltre agli scouts, Cgil, Uil, Cobas. Sventolano anche alcune bandiere anarchiche e i centri sociali sfilano con gli striscioni antirazzisti.

Dietro i gonfaloni di Regione Toscana, Province di Firenze e Prato e Comuni dell'hinterland fiorentino con i sindaci che indossano la fascia tricolore, sono i leader politici e gli amministratori, il segretario del Pd Pierluigi Bersani e la presidente Rosy Bindi, il governatore della Puglia Nicki Vendola, il segretario del Prc Paolo Ferrero, il presidente della Regione Enrico Rossi e il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, quest'ultimo senza fascia tricolore né gonfalone al seguito. Tanti i cartelli che esprimono la rabbia degli immigrati senegalesi, alcuni con un fiocco rosso attaccato alle giacche: 'No ai politici che seminano l'odio e il razzismo dentro la societa", "Sappiate che avete la responsabilità morale dei crimini contro l'umanita".

E' Pape Diaw ad esprimere dal palco il senso di questa giornata di lutto e protesta: "Non si può essere buoni solo a Natale. Bisogna esserlo tutto l'anno. Chiediamo perciò che il Governo risponda concretamente. Gli chiediamo leggi severe contro il razzismo e la discriminazione razziale". Diaw torna a chiedere la chiusura di Casapound e ha parole durissime anche per la Lega Nord: "Bisogna lavorare davvero per la convivenza pacifica e il rispetto delle persone ma deve essere una lotta vera non di facciata.

C'é però un partito che si richiama alle radici cristiane ma fomenta l'odio razziale". In piazza Santa Maria Novella, dove lo spezzone finale del corteo fatica ad entrare tante sono le persone assiepate intorno al palco, l'imam di Firenze e presidente dell'Ucoii, Izzedin Elzir, ricorda Samb Modou e Diop Mor, "fratelli martiri uccisi mentre lavoravano per procurarsi il pane quotidiano". Altre manifestazioni si sono svolte nel pomeriggio a Bologna, Napoli, Genova, Torino, Milano e a Verona, dove il sindaco leghista Flavio Tosi ha portato al presidio dei senegalesi la solidarietà della cittadinanza.

(ANSA)