Paesaggio e patrimonio culturale: #benecomune

da "Associati. Il bello ci salverà"

"Se vogliamo salvare ciò che resta dell'Europa, dobbiamo far rispettare ogni maso, ogni orto, ogni piazza toscana in pericolo, ogni chiesa francese minacciata, ogni parco che sta per essere abbandonato e costruito. Non possiamo che proteggere tutto ciò che è piccolo e indifeso"

(Pietro Citati, "la Repubblica", 26 luglio 2005).

 

Nella costituzione repubblicana del 1948, tra i principi fondamentali, si fa esplicito riferimento alla necessità di tutelare “il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione” (articolo 9). Purtroppo, però, dal secondo dopoguerra ai giorni nostri, i buoni propositi dei “padri costituenti” sono stati spesso traditi. Paesaggio e patrimonio culturale contribuiscono, quali beni comuni, al benessere personale e collettivo (il bello ci salverà!!), oltre a definire l’identità di un popolo e di un territorio, ma non sempre sono al centro delle politiche nazionali, regionali e locali, se non come “beni di consumo”, come aveva lucidamente evidenziato Nicolò Rasmo, ultimo Soprintendente statale del Trentino – Alto Adige, in un intervento del 1970.

Oggi, in Trentino come in Sicilia, si pianifica la distruzione dei centri storici invece che il loro riutilizzo; in Alto Adige come in Valle d’Aosta si lavora per smembrare i Parchi nazionali (Stelvio e Gran Paradiso) invece che per il loro rilancio su scala europea; nel Bellunese come in Valtellina Enti pubblici e società private continuano nello sfruttamento intensivo dei corsi d’acqua a scopo idroelettrico invece di pensare alla creazione di parchi fluviali e di reti di riserve; a Roma come a Milano (si pensi agli ettari di terreni agricoli urbanizzati per l’Expo) il consumo di suolo non si ferma, mentre a Trento come a Venezia si mettono all’asta palazzi storici per risanare i bilanci comunali.

“In questa decadenza, in mezzo a tanta oscurità” – per citare Ivano Fossati – dove le speranze sembrano non “avere chance”, credo sia fondamentale un impegno dei cittadini, dentro e fuori le associazioni, in difesa dei beni comuni, da quelli naturali e ambientali a quelli culturali, “per salvare ciò che resta dell’Europa” per riprendere il commento di Pietro Citati letto in apertura da Francesca Re.

 

Salvatore Ferrari

Storico dell’arte e consigliere della sezione trentina di Italia Nostra onlus