“Oh, che bella guerra!”

Al teatro Sanbapolis, venerdì 16 alle 20.30 andrà in scena uno spettacolo per ricordare il centenario dalla fine della Prima Guerra Mondiale.

di Fiamma Rodi

Venerdì 16 novembre al Teatro Sanbapolis alle ore 20.30 verrà inscenato uno spettacolo teatrale dedicato ai cent`anni dalla fine della Prima Guerra Mondiale, scritto da Luigi Lunari.

Abbiamo intervistato per voi Luca Filosi, Presidente della Commissione cultura giovani e sport della Commissione Oltrefersina, che ha reso possibile la versione di "Oh, che bella guerra" sul palco trentino.

"In quanto Presidente della Commissione cultura, come mai ha deciso di organizzare questo spettacolo?"

Sono passati molti mesi da quando abbiamo preso contatti con la compagnia teatrale perché eravamo venuti a conoscenza di questo loro spettacolo e ritenevamo doveroso ricordare sotto qualche forma il Centenario dalla fine della Grande Guerra, visto il ruolo cruciale che Trento ebbe in quegli anni. Alla luce dei fatti, inoltre, credo che a parte le cerimonie ufficiali a livello cittadino lo spettacolo di questa sera sia uno dei pochissimi appuntamenti che si svolgano nei giorni dell'anniversario.

"Il titolo 'Oh,che bella guerra' e` chiaramente ironico, ma di cosa tratterà esattamente lo spettacolo?"

Lo spettacolo è un testo di teatro cabaret che il GAD ha portato in scena a marzo per la prima volta riscuotendo crescente successo. Sarà un insieme di testimonianze, citazioni, riferimenti storici e canzoni che verranno interpretati da ben 40 personaggi (15 attori) che si alterneranno sul palco. Si intrecceranno momenti di comicità e di satira, canti popolari, monologhi drammatici e numerose citazioni letterarie per creare un'atmosfera davvero coinvolgente per lo spettatore.

"Perché è importante ricordare un evento così temporalmente lontano anche attraverso il palcoscenico teatrale?"

La Prima Guerra Mondiale è stata soprattutto una grande tragedia in termini di vite umane e di sofferenze per le popolazioni civili. Il nostro stesso territorio venne segnato in profondità dai cinque anni di guerra: subì pesanti conseguenze sia chi potè rimanere in provincia sia chi dovette abbandonare la propria casa e diventare profugo per lungo tempo. Il passato, e lo dico da fresco laureato in Storia contemporanea, è sì importante studiarlo sui libri ma è anche fondamentale conoscerlo non in maniera mnemonica ma attraverso la conoscenza, per quanto possibile. Ecco, il teatro è un mezzo, in questo caso, per ricordare e conoscere attraverso uno spettacolo che diverte, fa riflettere, fa ricordare e al termine lascia sempre qualcosa allo spettatore mentre torna a casa.

"Significativa è stata la collaborazione con l'Opera Universitaria e quindi con il mondo accademico?"

Con l'Opera collaboriamo ormai dal 2015, in particolare per l'utilizzo del teatro Sanbapolis, e i risultati portati a casa sono stati numerosi e alcuni di particolare soddisfazione. Grazie alla sua intermediazione è stato possibile far conoscere questo splendido teatro ancora di più alla cittadinanza e alle associazioni del territorio. Dopo quasi tre anni il bilancio è più che positivo e non posso che ringraziare Renata Tommasini e il direttore Paolo Fontana per la grande disponibilità e aiuto dimostrati.

"Cosa consiglierebbe a uno studente universitario, nostro lettore, per invogliarlo a venire allo spettacolo?"

La possibilità di passare un venerdì sera diverso dal solito, assistendo gratuitamente ad uno spettacolo di grande qualità che certamente non sarà noioso ma, anzi, assolutamente vivace e ricco di contenuti. Il teatro se una persona lo frequenta raramente può magari sembrare un appuntamento solo da "over"; invece nella realtà spettacoli come quello di venerdì, pur trattando un tema doloroso, riescono a farlo con modi spesso inaspettati, creando una narrazione molto avvicente.

Non possiamo quindi che accodarci alle parole di Luca Filosi e invitarvi ad andare ad assistere allo spettacolo "Oh, che bella guerra".

 

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