Marcell Jacobs: sneaker o amatriciana?

Il campione olimpico si racconta al Festival dello Sport 2022, senza troppe sorprese

di Michele Anesi

Giovani. Tanti giovani. Questa è la cosa che più colpisce entrando nell’Auditorium Santa Chiara per il Festival dello Sport iniziato oggi. E che bello è, penso subito, stringendomi in poltrona tra un giornalista di Mediaset e un inviato del Corriere. Quattordici mesi dopo la festa olimpica, qualcosa è cambiato davvero nel movimento sportivo giovanile. C’è più attenzione, più fame, più voglia di fare fatica.

“Il Ritorno del Re” è un bel titolo per accogliere nuovamente il campione olimpico dei 100 metri piani a Trento. L’anno scorso attorniato dai suoi compagni di staffetta, quest’anno accompagnato dal fido giornalista Andrea Buongiovanni e dal Direttore della Gazzetta (del tutto superfluo, a dir la verità), Marcell ripercorre il suo travagliato 2022 sempre con il sorriso sulle labbra, sempre cercando il bicchiere mezzo pieno e dimostrando un mindset inesorabilmente vincente. Più forte di tutti gli hater, più determinato di tutti gli acciacchi. Ed è proprio in questo che si svela la sua più grande forza: nessun superpotere, come ha più volte dichiarato. Solo duro lavoro e un grande dono di Madre Natura da coltivare con pazienza. Un grande esempio per tutti i giovani, questo. Prendiamo tutti appunti. 

L’ora di scambi scorre rapida, anche se stretta in un botta e risposta senza acuti che invece si erano visti nel 2021. Davvero piacevole e inaspettato, tuttavia, il momento in cui sale sul palco Paolo Camossi, ex atleta olimpico ed allenatore dello stesso Jacobs, che si lascia andare – davvero con il contagocce! Sarebbe stato bellissimo saperne qualcosina in più – a considerazioni tecniche e biomeccaniche sulla corsa del suo atleta.

Nel finale il tono si fa più scanzonato e divertente con un piccolo giochino a cui viene sottoposto Marcell: “capelli o tatuaggi?”, chiedono. La risposta non ve la sto neanche a dire. “Playstation o i giochi dei tuoi figli?”, sceglie subito la prima. “Sneaker o amatriciana?”, qui il silenzio si dilata ma, alla fine, il suo lato fashion esplode e mette il cibo in secondo piano. “Record del mondo o un altro oro olimpico?”… Qui risponde il coach, che nella migliore tradizione cala l’asso piglia tutto: “oro olimpico e record del mondo!”. Ovviamente, non mi sarei aspettato niente di meno. Anche se, tornando seri, trapela forte il realismo sulla grande improbabilità nel raggiungere questo risultato. Bolt è lì, e sembra irraggiungibile dal 2009.

Figo, comunque. Avere un nome come Jacobs a Trento è sempre un privilegio, al netto dell’intervista più o meno scottante. Che poi ci sta, se pensate che viene da più di un anno di interrogatori, domande, racconti. Alla sua privacy ci tiene, e non si scuce più di tanto, di gare ne ha fatte pochissime, e di quelle ha già raccontato tutto. Bravo Marcell, brava Gazzetta. Next please.