L’emancipazione del giallo

Mimosa, il fiore di una lotta ostinata

di Giulia Leccese

È una qualsiasi assolata mattina primaverile del 1945: la luce e il silenzio frizzante dell’aria inondano i profili dei monti. Due partigiani, un uomo e una donna, si avvicinano lentamente, in un lieve fruscio di vesti contro l’erba alta, si guardano e si studiano, come due camosci fra le rocce, finché non si ritrovano l’uno di fronte all’altra, occhi negli occhi. Lei si china rapidamente, si sfila un biglietto accartocciato dalla suola della scarpa logora e sporca di fango, lo porge al giovane che a sua volta si abbassa verso il prato. La sua mano riemerge da quel mare verde stringendo un mazzo di scomposti fiori gialli. Dopo un ultimo sguardo, le due figure si girano correndo via: nel cestino della bici di lei sobbalza un mazzo di mimose, fiore di lotta e di libertà.

L’Acacia dealbata fa parte della famiglia delle Mimosaceae ed è una pianta pioniera di emancipazione: si insedia in terreni aspri, poco accoglienti e di recente formazione, come quelli incendiati dalle colate laviche del pregiudizio o bombardati dalle frane dell’autoritarismo. Lotta per l’approvvigionamento del nutrimento, diritti civili e politici, cresce e prospera anche nelle condizioni più minacciose, più sorde ed ostili.

Cominciò a guadagnarsi il suo spazio in Italia alla fine dell’Ottocento: in principio silenziosa ed invisibile, a piccoli passi macchiava di giallo tutta la Penisola, dalle rive dei grandi laghi del nord alla Riviera Ligure fino alle coste del Meridione. Ad oggi, l’Acacia dealbata si è sparsa in quasi tutto il mondo catturando l’attenzione, ora creando scalpore, manifestando e urlando, ora crescendo sommessamente, nelle università e tra le cariche pubbliche.

Come tutte le specie pioniere, le radici dell’Acacia dealbata agiscono profondamente sul substrato che occupano, tramutando nel profondo la sua natura, scardinandone i principi cattolici e patriarcali e preparando l’humus adatto alla fioritura di altre specie più esigenti che si insedieranno successivamente, le ragazze del ‘68.

Lo spirito della Mimosa è infatti di estremo collettivismo, in primis sul piano strutturale: attorno alla nervatura principale è raggruppato un cospicuo numero di infiorescenze. Ogni singolo fiore contribuisce al sostegno dell’intera pianta ed al suo accrescimento, in una lotta comunitaria e continua contro l’aridità del terreno.

Da tempo, oramai, annualmente la mimosa fiorisce ovunque, ma mai invano: nonostante abbia raggiunto un buon grado di diffusione, deve continuare ad estendere la sua macchia di sole e, nel frattempo, mantenere ben in luce ciò che in passato era soltanto una distesa oscura e brulla.

Off Topic (ma non troppo) per la Giornata internazionale della donna, a Trento varie sono le iniziative. Tra tutte spiccano quelle organizzate dall'Ufficio Equità e diversità dell'Università ma soprattutto lo sciopero femminista all'insegna della frase "Non una di meno!".

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