I Tre Allegri Ragazzi Morti conquistano il Solstizio d’Estate

Il concerto di chiusura della rassegna culturale estiva infiamma Mezzocorona

A Mezzocorona uno strano e forte vento da nord sembra dover spazzare le perturbazioni incombenti, quando alle Cantine Mezzacorona di via del Teroldego sta per cominciare la serata conclusiva del Solstizio d’Estate 2016.

Una rassegna ormai rodata, la prima edizione è del 1990, che grazie all’impegno del Gruppo Arte Mezzocorona ogni anno porta in Piana Rotaliana eventi culturali di altissimo livello, pescando il meglio dalla scena teatrale e musicale locale e nazionale.

Ed anche domenica 26 giugno il copione sembra essere quello, perché ad aprire le danze è Emanuele Lapiana, artista ormai di lungo corso del panorama trentino, pronto a condividere il suo spazio sul palco con un ospite del calibro di Gio.Venale.

Così, dopo un avvio “di coppia” capace di coinvolgere subito il pubblico che intanto si fa sempre più numeroso, on stage sale anche la band e il suono del N.A.N.O. si fa ancora più grezzo e trascinante.

Dopo un set di un’ora si arriva al cambio palco, il vento da nord non filtra più attraverso quel muro di appassionati che riempie il piazzale delle Cantine, ed è il momento dei Tre Allegri Ragazzi Morti.

Rigorosamente mascherati ed in formazione allargata alla voce e alle corde di Monique Honeybird, gli ormai non più ragazzi di Pordenone non si fanno attendere, il sottofondo latineggiante durante l’intervallo lasciava presagire un avvio dedicato ai pezzi del disco nuovo e così è.

“In questa grande città”, il primo singolo tratto da “Inumani”, è scritta sul ritmo colombiano della cumbia, nel disco è cantata in duetto con Jovanotti e stasera è forse uno dei primi squilli del concerto dopo l’altro singolo recente, “Persi nel telefono”.

Si sa che il pubblico trentino è più difficile da conquistare di altri, ed è con la riproposizione di alcuni pezzi storici che il live decolla definitivamente. Su “Il mondo prima”, “Puoi dirlo a tutti” e “La faccia della luna” la voce dei presenti a momenti sovrasta quella di Davide Toffolo, che a un certo punto lascia spazio a Monique Honeybird per una versione di Ask degli Smiths che poi sfocia nella rivisitazione dello stesso pezzo in italiano, pubblicato dai Tarm nell’ormai lontano 1999.

Dopo una pausa in cui il gruppo prende fiato e Toffolo intrattiene il pubblico con il tradizionale rito del “La vita è cattiva ma non l’ho inventata io, il concerto è finito”, è il momento dei bis: un’altra mezz’ora buona di canzoni, stavolta tratte dal loro repertorio classico, che infiammano i presenti fino allo scatenarsi del pogo su quelle dal ritmo più alto. “Signorina Primavolta”, “Mai come voi”, “Mio fratellino ha scoperto il rock’n’roll” e “Ogni adolescenza” ci portano ad una conclusione decisamente più morbida con “La tatuata bella” e “Ad un passo dalla luna”.

I Tre allegri lasciano il palco, il vento che soffiava sul Solstizio d’Estate di Mezzocorona sta per cedere il passo al più classico dei temporali estivi e noi ce ne andiamo soddisfatti. La maturità artistica raggiunta dalla band gli concede di spaziare tra i generi musicali come forse nessun altro in Italia e gli anni di esperienza accumulati non tolgono freschezza al loro suono ma lo rendono trasversale ai gusti e alle generazioni.

Insomma i Tre Allegri Ragazzi Morti non tradiscono, ed io non capisco perché perdete tempo a leggere questa recensione scritta con i piedi, andate, andate dritti nel loro sito e cercate le loro prossime date, perché ne vale sempre la pena.  

Foto di Giuseppe Melchiori