Conflitti e desideri: i compiti a casa secondo “Educa”

Tra gli ospiti del Festival Massimo Cirri e Vito Mancuso

“Appiattiti, demotivati, silenziosi” sono le parole con cui Paola Fontana, una delle ex dipendenti di Eutelia, descrive i sentimenti provati dai lavoratori della fabbrica prima che fallisse a causa di una gestione incompetente e truffaldina. Della storia di Paola Fontana e dei suoi colleghi parlerà Massimo Cirri (che della vicenda ha scritto in “Tempo senza lavoro”), conduttore della trasmissione radiofonica “Caterpillar”, alla VI edizione di “Educa”, il Festival di Rovereto dedicato al tema dell’Educazione, il 18 e 19 Aprile. Non è un caso che si sia scelto di dar voce al racconto di un gruppo di lavoratori decisi a vincere l’appiattimento e il silenzio attraverso il conflitto con chi di quel silenzio era il responsabile: proprio ai temi del conflitto e del desiderio si rifarà quest’anno  “Educa”. Di desideri alimentati, oltre che frustrati, si parlerà attraverso la testimonianza di due giovani impegnati a creare opportunità di lavoro.

il Festival passerà ad occuparsi di conflitto nei suoi molteplici significati, come guerra e come litigio, ma anche come stimolo al confronto col diverso.  Protagonisti saranno educatori e studenti, e tutta la comunità nonché le sue istituzioni, chiamate ad assumersi la responsabilità nell’evitare i conflitti- attraverso l’integrazione in primis-e alimentare i desideri.

Di conflitti, reali e virtuali si parlerà sabato. Dei primi si occuperà Cristina De Stefano, che presenterà la prima biografia autorizzata di Oriana Fallaci, voce narrante delle guerre della seconda metà del Novecento. Ma si parlerà anche di conflitti virtuali, come quelli che di frequente avvengono sui social networks. Ne discuteranno Vito Mancuso, teologo, e Giulio Giorello, filosofo della scienza. Tra i temi trattati vi sarà poi quello del rapporto tra scienza e religione, del loro ruolo nel creare conoscenza e prevenire l’esplosione di conflitti spinti dall’onda dell’emozione (i più frequenti sui social), e della religione quale causa di conflitto e allo stesso tempo strumento di pluralità. 

(Carlotta Garofalo)