BERTOZZI & CASONI. ANTROPOCENE

Fino al 5 giugno 2022 la mostra alla Galleria Civica di Trento

 

Fino al 5 giugno 2022 la Galleria Civica di Trento ospita una mostra del collettivo Bertozzi & Casoni. In un percorso espositivo con oltre 50 opere, le ceramiche del duo artistico creano dialoghi inediti con una selezione di opere di maestri provenienti dalle Collezioni del Mart, tra cui Fontana, Melotti e Morandi. 

Nel 1980 Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni fondano a Imola la società Bertozzi & Casoni che si occupa di scultura in ceramica. Grandi sperimentatori e artisti di fama internazionale, rappresentano una realtà distorta prestando particolare attenzione agli elementi di scarto o secondari.

Il loro lavoro si contraddistingue per la raffinatezza tecnica e per la spiccata vocazione iperrealista: nell’intreccio di elementi naturali, vegetali e antropici, ingannano l’occhio e danno vita a morfismi capaci di uscire dalle tradizionali categorie di pensiero. La materia viene utilizzata per creare cortocircuiti cognitivi e per suggerire nuove letture sui fenomeni sociali, culturali, economici e politici. Con velata ironia, il lavoro di Bertozzi & Casoni destabilizza, provocando slittamenti di senso e confusione fra segno e apparenza.

Contemplando il presente, gli artisti ne celebrano le fragilità e l’illogico; come attratti dal caduco, dal transitorio, descrivono la condizione umana in quella che hanno definito “epopea del trash”. In una galassia di rifiuti e superfluo, Bertozzi & Casoni propongono riflessioni sui grandi temi della società contemporanea: dal climate change alle migrazioni, dal consumismo alla distruzione della biodiversità. Tutti esiti irreversibili causati dall’azione dell’uomo e che hanno portato alla concettualizzazione del termine Antropocene, che dà il titolo alla mostra.

A proposito della ricerca di Bertozzi & Casoni, il curatore Lorenzoni nel saggio in catalogo scrive: “Le opere di Bertozzi & Casoni sono il trionfo della tecnica, ma non sono pensate affinché il virtuosismo esibito metta in soggezione il fruitore; cercano anzi di essere accoglienti e di inserirsi nel flusso della quotidianità, fermo restando la loro dimensione talvolta provocatoria, talvolta repellente, spesso ironica, a ogni modo sempre giocata sul sottile confine della sfida. Per fare questo, oltre alla già citata e sorprendente abilità tecnica e a un’innata capacità di leggere i fenomeni socio-culturali, economici e politici del mondo attuale, sanno gettare ponti continui e talvolta inaspettati verso la grande tradizione della storia dell’arte, dalla quale attingono a piene mani sia stimoli formali che riferimenti criptati, rendendoli parte attiva nella continua alternanza di alto e basso, colto e triviale, che caratterizza la loro poetica”.

(a.b.)