di Giovanni Melchiori
Doveva essere una serata leggerissima, di quelle di fine estate, accarezzate dal clima mite del Garda, invece è stato un concerto per veri coraggiosi quello di Colapesce e Dimartino al Castello di Arco, nella sera di martedì 24 agosto. La pioggia ed il vento non hanno però spaventato il contingentato centinaio di persone che ha deciso di scalare la salita al castello sfidando il meteo avverso, ed ha avuto ragione. Le precipitazioni infatti, sarà la magia della musica, si sono fermate giusto in tempo per consentire alla giovane Bianca – talentuosa vincitrice del premio destinato al miglior artista under 21 al contest di UploadSounds 2020 – di aprire la serata, ed al duo di cantautori siciliani di proseguire con il loro set acustico fino al termine dei bis, per poi riprendere a diluviare, giusto il tempo che il pubblico imboccasse la strada del ritorno in valle.
Se le condizioni climatiche li hanno costretti a mettere da parte l’eleganza nel vestire a cui ci hanno abituato nelle loro esibizioni, da Sanremo in poi, lo stile di Colapesce e Dimartino ha così abbracciato il pubblico accorso a sentirli, numeroso nonostante le limitazioni. Adolescenza nera ha aperto una scaletta che ha iniziato a scaldarsi con alcuni pezzi tratti da “I Mortali”, disco congiunto che i due cantautori hanno pubblicato ben prima del successo nazionalpopolare degli ultimi mesi, unione dei due precedenti percorsi solisti altrettanto ricchi e interessanti. A parte alcuni fedelissimi e preparatissimi conterranei, pronti a cantare fin da subito le liriche dei pezzi a memoria, è con Luna araba che le voci del pubblico sovrastano quelle dei due sul palco, quasi a sopperire all’assenza di Carmen Consoli, che con Colapesce e Dimartino firma la versione originale del pezzo.
Intanto anche il meteo si distende e, con meno fretta tra una canzone e l’altra, Colapesce può togliere la ventina gialla e iniziare a duettare con il sodale palermitano anche oltre ai brani musicali, dando vita ad alcuni esilaranti botta e risposta sullo stile di quelli che li hanno fatti conoscere al pubblico dei social, e di Propaganda live.
È proprio durante il programma di Diego Bianchi che è nata l’idea di Toy boy, il singolo estivo cantato con Ornella Vanoni: suonato in due ad Arco, fa accendere le videocamere degli smartphone del pubblico, che resteranno in mano, pronti per immortalare, e probabilmente condividere, anche Musica leggerissima. Prima però di far ascoltare la hit che ha cambiato le rispettive carriere, c’è tempo anche per alcuni pezzi incisi da solisti, e quindi per il doveroso omaggio a Franco Battiato, con la cover de L’animale che per qualche minuto sospende il tempo, sulla collina che sovrasta la cittadina gardesana.
Saranno le nuvole, che dopo la tregua tornano ad addensarsi, ed il concerto si avvia verso la fine, con Rosa e Olindo e Majorana, due racconti, perle narrative, che ben rappresentano il talento dei due cantautori siciliani, capaci di trasformare in suggestione il semplice ed il reale, il bello ma anche il brutto, del mondo che ci circonda e della vita.
“Ed era una serata strana”, suona nel ritornello l’ultimo pezzo in scaletta, ma ne è valsa la pena esserci stati.