Cervi, caprioli, lupi e… mangiatoie: lo studio MUSE–ACT in Val di Fassa

Che effetto hanno le mangiatoie sugli animali selvatici e sui loro predatori naturali? A questa domanda ha risposto una ricerca condotta da MUSE – Museo delle Scienze e ACT – Associazione Cacciatori Trentini, con la collaborazione della Fondazione Edmund Mach, appena pubblicata sulla rivista Ecosphere.

Lo studio, realizzato negli inverni 2022 e 2023 in Val di Fassa, ha analizzato oltre 14.000 sequenze fotografiche raccolte in 54 siti, in un’area caratterizzata da un’alta densità di mangiatoie. I dati mostrano che la presenza di cervi e caprioli è massima in prossimità dei punti di foraggiamento, mentre si riduce fino ad annullarsi a tre chilometri di distanza. Non solo: anche i lupi frequentano più spesso le zone vicine alle mangiatoie, utilizzandole il doppio rispetto ad aree più lontane.

Secondo i ricercatori, le mangiatoie favoriscono aggregazioni “non naturali” di ungulati, con possibili conseguenze sulle dinamiche ecologiche. Il cervo risulta il visitatore più assiduo (49% delle sequenze), seguito da capriolo (27%) e muflone (15%), con quest’ultimo indicato come specie alloctona da contenere. Le fototrappole hanno inoltre registrato la presenza di altre specie, dalle volpi alle lepri fino a gatti domestici, segnalando potenziali effetti sull’intera comunità animale.

Lo studio rientra nel Programma di Stewardship del progetto LIFE WolfAlps EU, che mira a costruire pratiche condivise di conservazione e gestione del lupo coinvolgendo istituzioni, cacciatori e comunità locali.