C’erano una volta 15 francesi a Mezzocorona…

C’erano una volta, quindici francesi a Mezzocorona… sembra l’inizio di una storiella, ma in realtà è l’inizio della storia di “Sottosopra” l’interessante workshop che si è svolto nel paese della Piana Rotaliana dal 24 aprile al 2 maggio.

I dottorandi del Laboratorio Architettura Antropologia della Scuola Nazionale Superiore d’Architettura di Parigi La Villette e del CNR francese si sono trasferiti nella località immersa fra i vigneti per studiare il rapporto che lega il paese al Monte di Mezzocorona, che lo sovrasta e con il quale è legato da una funivia, una strada e una fervente attività turistica ed associazionistica. Sono state proprio alcune associazione del paese, Gruppo Arte Mezzocorona, Club Giovani Soci Cassa Rurale e Sat, sostenute dal Comune a volere fortemente il progetto del workshop, incuriosite da quest’indagine antropologica, architettonica, paesaggistica, urbanistica e sociologica. Gli spunti che sono emersi da otto giorni di intenso lavoro sono stati arricchiti anche dalla varietà dei background dei dottorandi, da tutto il mondo: Cile, Brasile, Libano, Iran, Algeria, Belgio, ma anche Italia e, ovviamente, Francia, ognuno ha portato le proprie competenze, chi da sociologo chi da architetto, chi da antropologo chi da urbanista, per studiare questa piccola e unica realtà trentina dopo esperienze simili a Roma e Verona.

Nella serata finale, lo scorso sabato sera nell’Auditorium della Cassa Rurale di Mezzocorona, hanno presentato i contenuti emersi da uno studio multiforme, fatto di interviste, osservazioni, muri tramutati in lavagne piene di post-it, scalate e raccolte di dati indecifrabili, lasciando in eredità una serie di domande che fungeranno da spunti per ragionamenti futuri. L’equipe, guidata dai professori Piero Zanini e Alessia de Biase, ha anche curato per tutta la permanenza una “gazzetta” attraverso la quale ha raccontato lo svolgimento del workshop. Tanti i fattori che hanno colpito i ricercatori: gli orizzonti e punti di riferimento personali, di chi vive o passa del tempo sul monte, manifestazione di una serie di tensioni che si sviluppano attraverso le esperienze: dalla ricerca del benessere fisico, dal Monte come sfida, come palestra, al Monte come luogo di relax, di vicinanza con la natura, lontano dai ritmi cittadini. “Ci siamo chiesti come comprendere e come adattarsi a tutti questi usi- ha spiegato Alessia de Biase – abbiamo notato come il tempo abbia per hi frequenta il Monte uno spessore raro, in cui il tempo si vede ed è usato per misurare le distanze.” I tempi sono stati raccontati anche attraverso la “montegrafia” originale grafico in 3d, e attenzione particolare è stata rivolta alla lettura dei dati sui transiti forniti dagli operatori della funivia di Mezzocorona, che hanno spinto i membri del workshop a lanciare un appello agli “open data” di cui recentemente si sente parlare, come fonti di dati pubblici non solo accessibili, ma anche comprensibili da tutti i cittadini.

Sembra incredibile che da una realtà così piccola siano partiti ragionamenti tanto approfonditi: un’ulteriore dimostrazione che la voglia di indagare e di comprendere, più dell’oggetto di studio in sé, è lo strumento più efficace per scoprire i meccanismi che regolano la nostra società.

Tutte le gazzette e ulteriori contenuti emersi dal workshop sono disponibili sulla pagina facebook del workshop: https://www.facebook.com/sottosopra.mezzocorona?fref=ts attraverso la quale è possibile contattare anche gli organizzatori.