Cercherò di limitare le opinioni personali e di proporre alcune riflessioni sulla questione.
In primo luogo, che cos’è l’apologia del fascismo?
L’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, n. 645 (contenente "Norme di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione"). Cito testualmente: tale legge sanziona chiunque “faccia per la costituzione di un'associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure da chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.
Per approfondire al meglio la questione, ed evitare di essere imprecisi, nel 1957 alcune sentenze, ed in particolare quella del 16 gennaio 1957, andarono a correggere il tiro riguardo all’applicazione di questa legge. In linea definitiva, si può parlare di apologia del fascismo (e dunque di reato) SOLO allorquando l'apologia non consista in una mera "difesa elogiativa", bensì in una «esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista», cioè in una «istigazione indiretta a commettere un fatto rivolto alla detta riorganizzazione e a tal fine idoneo ed efficiente».
Detto ciò, vorrei sottolineare due affermazioni di Filippo Castaldini (21 anni, responsabile provinciale di Casa Pound) e Oscar Valentini, (22, leader di Blocco Studentesco) rilasciate la settimana scorsa a "L'Adige":
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I ragazzi hanno deciso di chiamare la sede “Baluardo”, poiché “il termine fa parte di una citazione di Benito Mussolini che parlò appunto di Trento come baluardo inespugnabile dell'italianità.”
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Alla domanda “siete fascisti?”, la risposta è stata “Noi riprendiamo i valori culturali del fascismo, rappresentati da intellettuali grandissimi, dei giganti del Novecento come Marinetti, Gentile, Pound, D'Annunzio e cerchiamo di riproporre quelle che ancora oggi sono delle risposte concrete a livello economico, politico e sociale.”
Posto quello che dicevamo in precedenza, affermare di ispirarsi a Mussolini e riprendere i valori culturali del fascismo può essere visto come una esaltazione tale da poter condurre ad una futura riorganizzazione del partito fascista? Fate voi, ma a molti la risposta sembrerà scontata.
Inoltre, volevo porre l’accento anche su questo passaggio.
“Se uno viene attaccato, non siamo abituati a scappare o chiamare la Polizia, ci difendiamo perché non accettiamo i soprusi altrui e la violenza. Non andiamo ad offendere ma se qualcuno utilizzerà la violenza o arriverà ad attaccarci noi risponderemo, perché non abbassiamo di certo la testa”.
Da ciò, non può bastare il provare a “mettere una pezza”, continuando a ricordare che “però noi ripudiamo le leggi razziali, sono una pagina buia del fascismo”.
Mi scuserete se mi permetto di affermare che riprendere alcuni aspetti del fascismo, tuttavia negando e rifiutando le leggi razziali, in quanto “a livello storico la dottrina fascista non è razzista”, non cambia un granché le cose se l’utilizzo della violenza in generale è un qualcosa di generalmente accettato e legittimato. Cioè per capirci, non è che se faccio un utilizzo generalizzato della violenza, dovrebbe essere nobilitante il fatto che almeno non la utilizzo in modo particolareggiato in senso razzista.
La nascente sede di Casa Pound a Trento dunque, ha alcune questioni sicuramente spinose da affrontare, che non possono essere risolte semplicemente con un “si, ma la Costituzione l’hanno scritta i comunisti”, e che probabilmente potrebbero essere sicuramente ammorbidite (e porterebbero a guardare a Casa Pound senza quell’alone di diffidenza) se si desse avvio ad una relazione fondata sul dialogo, e non sulla violenza. A questo riguardo, è chiaro che a molti, il fatto di porre vicino le espressioni “ci ispiriamo a Mussolini” e “dateci la libertà di poterci esprimere” siano sembrate più fuori luogo della regina Elisabetta che entra ad H&M a fare shopping.
N.C.