BretzelRubrik – Essere Angela Merkel

di Elisa Fratton

BretzelRubrik, una ventata fresca e salata di notizie dal mondo tedesco.

Ebbene sì, dovremo dirle addio. A lei che la settimana scorsa al G20 ci è arrivata con un modestissimo volo di linea Madrid-Buenos Aires. A lei che in politica ci è arrivata con degli studi in fisica e chimica quantistica, e forse al riscaldamento globale ci crede. A lei che, anche quest'anno (e per l'ottavo anno consecutivo), è stata eletta da Forbes la donna più potente al mondo.

Angela Dorothea Merkel ha guidato il primo partito tedesco -la CDU, l'Unione Cristiano democratica- ininterrottamente dal 2000 e per più di dieci anni è stata alla guida del Paese ricoprendo il ruolo di Cancelliera. Ma ora il suo tempo è terminato. Ha annunciato che non si ricandiderà. Ad Amburgo si è tenuto venerdì il suo ultimo discorso da presidente (qui il video integrale, 40 entusiasmanti minuti in tedesco https://www.youtube.com/watch?v=4pra6GYN5qM&frags=pl%2Cwn) in cui ha parlato di futuro, di dignità e di gratitudine. Per la Germania questo addio rappresenta in qualche modo la fine di un'epoca, un'epoca indubbiamente segnata da stabilità politica e prosperità economica.

Adesso la palla passa invece al suo successore, la neoeletta Annegret Kramp-Karrenbauer (speriamo le trovino presto un soprannome pronunciabile), che dovrà portare avanti il mandato in un clima politico tutt'altro che roseo. In realtà già nelle elezioni del 2017 la CDU aveva perso gran parte dei suoi consensi ed era stata costretta ad allearsi con il partito FDP e con i Verdi (la cosiddetta "coalizione Giamaica", nero-giallo-verde) per poter formare il governo.

Quali sono le sfide che le si prospettano? AKK (acronimo pronunciabile) dovrà nei prossimi anni fare i conti con l'ascesa dei Verdi, che nelle elezioni dello scorso ottobre in Baviera sono diventati il secondo partito più votato, mentre nell'immediato dovrà prendersi carico delle critiche mosse ad Angela Merkel dai membri del suo stesso partito -la CDU- per il suo approccio troppo tollerante sul tema dell'immigrazione e per i compromessi a cui è scesa con l'SPD (il partito di centro-sinistra) durante gli anni di legislatura.

La Germania ha ora la possibilità, dopo vent'anni, di aprirsi a nuovi orizzonti politici.

Nel frattempo saluta con una standig-ovation la cancelliera Merkel, che ha lasciato al Paese la consapevolezza che la politica non sempre dà risposte facili e che nel mondo c'è ancora posto per chi crede in una politica basata sul dialogo e sulla mediazione.