All’Università di Trento 50 milioni del Pnrr per la ricerca in innovazione tecnologica

Il nostro Ateneo è al quarto posto in Italia per le proposte progettuali di innovazione tecnologica ammesse a finanziamento

Ottime notizie per il nostro Ateneo: Trento si piazza al quarto posto nella graduatoria nazionale delle università e degli istituti di ricerca per le proposte progettuali ammesse a finanziamento relative a infrastrutture tecnologiche di innovazione. Dei vari progetti presentati nell’ambito della componente 2 (Dalla ricerca all’impresa) della missione 4 (Istruzione e ricerca) del Pnrr, infatti, ben cinque sono risultati vincitori. Riceveranno un totale di 50 milioni di Euro, da spendere entro il 2025.

Nella lista dei progetti finanziati, spicca al primo posto per portata del progetto e investimento complessivo Trentino Data Mine, una infrastruttura all’avanguardia frutto del lavoro congiunto dell’Università di Trento e della Fondazione Bruno Kessler. Questo polo di innovazione offrirà servizi per le aziende e per la pubblica amministrazione utilizzando Artificial Intelligence, High performance computing, Edge computing e Security. Ad esso sarà abbinato un datacenter che sorgerà nel sito della miniera di San Romedio, in Val di Non. Il costo complessivo del progetto è stimato in 37,8 milioni di Euro.

UniTrento sarà anche partner di Medtec Synergy Labs, un’infrastruttura che promuoverà il processo di avanzamento tecnico in campo medico e clinico attraverso l'innovazione biomedica nei campi del microbiota, dell'imaging, della stampa 3D e del bioprinting, con l’obiettivo di sviluppare nuovi interventi di medicina e nutrizione personalizzati. Capofila del progetto è il Politecnico di Milano, a cui si aggiungono come partner Humanitas, Hub Innovazione Trentino e Università del Salento.

Il nostro Ateneo parteciperà inoltre al Nodo Nazionale della Infrastruttura di Ricerca Europea delle Biobanche e delle Risorse BioMolecolari (BBMRI.it), un progetto per lo sviluppo di servizi innovativi e di nuove banche dati per campioni biologici. L’Università di Trento, in particolare, sarà coinvolta nell’area Health & Food e avrà il compito di creare una struttura per la conservazione di cellule staminali e per le microvescicole da biopsie liquide, utili per lo studio e lo sviluppo di terapie personalizzate.

Trento sarà poi coinvolta nel Centro nazionale HPC, Big Data and Quantum Computing ICSC proposto dall’Istituto nazionale di Fisica nucleare. UniTrento darà il proprio contributo nell’ambito delle tecnologie informatiche applicate ai materiali, al clima e alle città intelligenti. I dipartimenti coinvolti sono Ingegneria e Scienza delI’Informazione, Ingegneria civile, ambientale e meccanica, Fisica, Matematica e Sociologia e Ricerca sociale.

Infine, l’Università è tra i fondatori di iNEST – Interconnected Nord-Est Innovation Ecosystem, uno degli undici ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale. L’obiettivo del consorzio è applicare le tecnologie digitali alle principali aree di specializzazione del Triveneto, promuovendo un attivo coinvolgimento delle imprese. Il nostro Ateneo, in particolare, sarà coordinatore della ricerca sulle tematiche salute, alimentazione e stili di vita, ma darà il proprio contributo anche in tema di manufacturing, turismo e tecnologie applicate ai sistemi acquatici.

Come verranno utilizzate le risorse in arrivo da Roma? L’Università userà i finanziamenti per reclutare giovani ricercatori e ricercatrici, fare investimenti sulle infrastrutture e svolgere attività di ricerca e sviluppo insieme alle molte imprese trentine coinvolte nei progetti. Ma le risorse in arrivo non si fermano qui: l’Ateneo attende gli esiti dei processi di selezione di altri cinque progetti, che se approvati porterebbero a Trento altri 25 milioni di Euro. Nei prossimi tre anni ci sarà molto lavoro da fare.

 

A cura di Viola Ducati