di Elisa Fratton
Si è concluso così, il Trento FIlm Festival: con l'inaugurazione di un'opera, a metà tra arte ed architettura, chiamata "Kodama", ovvero "spirito del bosco" in lingua giapponese. L'installazione è stata progettata da Kengo Kuma, architetto giapponese di fama internazionale.
La cerimonia si è svolta domenica 6 maggio presso il giardino di Villa Stobele ad Arte Sella. Questo evento ha segnato una nuova stagione per il museo; dà infatti inizio ad una serie di conferenze e performance che nei prossimi mesi toccheranno diverse discipline, tra le quali spiccano musica e architettura. Non sarà più quindi soltanto arte, ma con gli artisti dovranno dialogare architetti, musicisti, scienziati.
La collaborazione di Arte Sella con l'architettura era in realtà iniziata già a partire dal 2011, quando l'artista Giuliano Mauri ha presentato la ormai nota "Cattedrale Vegetale". Anche nel caso di "Kodama", vi è una perfetta sintonia e condivisione d'intenti tra quello che è il lavoro dell'architetto e la filosofia del museo. Valori fondanti per entrambi sono ad esempio la relazione tra uomo-ambiente-natura, il rifiuto di forme appariscenti o stravaganti a favore di un'architettura discreta e in armonia con il proprio contesto. Kengo Kuma, classe 1964, si è laureato in architettura all'Università di Tokyo e nel 1990 ha fondato lo studio "Kengo Kuma & Associates". Docente all'università giapponese e professore ad honorem al Politecnico di Milano, ha recentemente ottenuto l'incarico per la realizzazione dello Stadio Olimpico per i giochi di Tokyo 2020. Sul territorio trentino ha all'attivo il progetto Manifattura a Rovereto, che riguarda la riconversione dell'area ex Manifattura Tabacchi in un hub tecnologico e di servizi.
"Kodama" nasce invece da un concept di frammentazione, una suddivisione dell'insieme in elementi singoli, che sono poi ricomposti secondo una logica razionale e geometrica. Il modulo grafico originario si ripete ritmicamente nelle tre dimensioni; la struttura portante, estremamente raffinata, è formata da 10 anelli concentrici a spirale (che si espandono e si chiudono secondo la serie di Fibonacci, per evidenziare il rapporto dell'opera con la natura), su cui si innestano 22 nodi. La tecnica costruttiva utilizzata -ad incastro multiplo- è tipica giapponese, i materiali e la manodopera sono invece locali. Il legno di larice proviene dai boschi trentini e la pietra granitica da Luserna. La composizione finale (di forma sferica) risulta realizzata con il solo ausilio di incastri, senza chiodi né colla, fissata grazie al potere dell'umidità che produce un'espansione di volume nel legno e di conseguenza maggiore pressione tra gli elementi.L'opera è stata elaborata attraverso un modello parametrico ed i pezzi sono stati ottenuti tramite il taglio automatico CNC, che ha permesso di mantenere per gli incastri una tolleranza estremamente bassa (1 mm). Per comporre la struttura sono stati utilizzati oltre 300 pezzi di 153 tipologie diverse (113 pezzi uguali della tipologia dominante).
L'architetto ha tenuto a seguire una lectio magistralis, nel corso della quale ha passato in rassegna le sue realizzazioni concettualmente affini all'opera inaugurata ad Arte Sella. Qui la lista di tutte le opere citate: Hiroshige Museum, Great Bamboo Wall, Chidori, GC Museum, Yusuhara wooden bridge, Yusuhara Marche, Dazaifu Starbucks, Sunny Hills Japan, Asakusa Culture and Tourism Centre, Under One Roof project for EPFL ArtLab, Portland Japanese Garden, V&A Dundee, The Darling Exchange, Tokyo Olympic Stadium, Water Branch House, Casa Umbrella, Tsumiki stacking blocks, Casalgrande Ceramic Cloud, Trailer Jyubako.
L'evento, inserito nell'ambito del Trento Film Festival, è stato a cura di Marco Imperadori, in collaborazione con: 3dwood, RiLegno, Montura.
Per saperne di più riguardo ai prossimi eventi: http://www.artesella.it/it/eventi/