Vita di Radio – 01×05

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Vita di Radio
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Fa parte della serie

Nel quinto episodio Salvatore si lascia andare ai ricordi mentre è a Sanbaradio…

18:00 Sede di Sanbaradio

Salvatore alza lo sguardo dal computer preoccupato. Gli è sembrato di sentire un miagolio lontano. Scrolla la testa pensando che le ore di lavoro gli stanno giocando solo un brutto scherzo. Manca davvero poco per terminare il montaggio di quel video. La musica sotto è perfetta, accompagna la voce fuori campo nella descrizione del progetto, eppure nella sua testa una vocina gli dice che c’è ancora qualche cosa da sistemare. Salvatore ha passato l’intero pomeriggio a lavorare su quel montaggio, minuto per minuto, ha fatto un lavoro di rifinitura quasi maniacale. L’orologio del computer gli rivela che non ha poi così tanto tempo, visto che di lì a poco avrebbe dovuto chiudere tutto e correre per andare a cena con la sua ragazza. 

La stanchezza e l’approssimarsi dell’appuntamento gli fanno perdere la concentrazione tenuta fino a quel momento. Nonostante le cuffie, a lui sembra di sentire per davvero un miagolio. Salva le modifiche al progetto fino a li effettuate, si toglie le cuffie e va a guardare fuori dall’ufficio. Nei corridoi di Sanbaradio non c’è anima viva. Tira un sospiro di sollievo e rientra. Una volta seduto si rilassa un poco e capisce che ormai la sua concentrazione è andata a farsi benedire. Così si distende un poco sulla morbida sedia in feltro e lascia che lo schienale si reclini un poco di più per farlo rilassare maggiormente. In quella posizione comincia a guardare lo studio attorno a lui. Le cuffie arrotolate o lasciate sparse vicino al computer e al mixer sempre febbrilmente accesi. I microfoni che stanno a mezz’aria, aspettando il loro momento, spenti. E poco oltre i due tavoli che compongono lo studio di registrazione, si concentra su un cartellone arrotolato su se stesso. Incuriosito si alza e cerca di capire da dove venga e come mai non lo avesse mai notato prima d’ora. 

Una grassa risata gli esce spontanea. “Amici vi fa una pippa” recita il cartello e subito i ricordi inondano la testa di Salvatore. La vecchia sede della radio, in pieno centro a Trento, vicino Torre Vanga. Il vecchio studio di registrazione, con quel vetro che ha separato così tanti scherzi di registi maliziosi. Il vecchio mixer pieno di piccoli post-it per ricordare agli smemorati i vari tasti. Un lavoro condiviso inteso non solo come spirito lavorativo, ma anche come spirito comune, che aveva accomunato giovani studenti universitari decisi a fare un pezzo di strada insieme. Mentre Salvatore è ancora intento a rimirare il cartellone, dalla cuffia collegata con il mixer, riconosce le note di quella canzone che lo ispirò tanti anni fa. Molla tutto si siede dietro il computer. Si infila le cuffie e lascia che la voce di Anansi lo avvolga completamente.

18:45 Sede di Sanbaradio

I tacchi della Direttrice rimbombano per i corridoi. Quando entra trova Salvatore ancora seduto davanti al computer, con le cuffie addosso. Sorride divertita e gli arriva alle spalle senza che se ne accorga. gli tocca le spalle facendogli prendere un piccolo spavento.
Il vero terrore appare nello sguardo di Salvatore quando nota cosa ha in braccio la Direttrice. “Ma cos’è quella roba che hai tra le braccia?!”
La direttrice alza le spalle “L’ho trovato fuori che gironzolava e miagolava insistentemente, che ne dici lo teniamo?”
“Ma sei fuori?!” Salvatore si toglie le cuffie e cerca di mettere più strada possibile tra lui e il gatto. “Non ti ricordi più che sono allergico al pelo dei gatti?!”
“Si lo so, però dai sarebbe bello tenerlo. In onore dei vecchi tempi! Non ti ricordi Spina?” Salvatore non riesce nemmeno a rispondere perché comincia a starnutire. Spina era quel gatto malefico che stazionava, o meglio governava incontrastato la vecchia sede. Salvatore non aveva intenzione di replicare quello stato febbricitante che doveva affrontare ogni volta che Spina entrava e vagava qua e là per le stanze di Sanbaradio.
“Dai Salvtore! E poi vedo che hai ritrovato il nostro vecchio cartellone! Davvero non vuoi lasciarti a quei ricordi? Ci può sempre essere utile una
“Eh si certo, la mascotte è quella che ci vuole! Piuttosto hai sentito i ragazzi per l’Associazione?”
“Si. Si dovrebbero trovare per le 19 sta sera”
Quando la Direttrice gli ricorda l’orario Salvatore strabuzza gli occhi e corre all’attaccapanni in fondo alla stanza e comincia a vestirsi trafelato. In men che non si dica lascia la sede di Sanbaradio, e la direttrice lì su due piedi.
“Mi sa che tu non potrai venire più da queste parti, ma ti troverò un posto dove stare” dice accarezzando la testa del piccolo micio. “E tu forse è meglio che torni nel cassetto dei ricordi” Prende il cartellone lo ripiega e lo porta verso l’armadio in acciaio, poco prima di metterlo nell’ultimo ripiano cade un piccolo bigliettino. Lo raccoglie e lo legge sorridendo “Comunque ci si sforzi non si può non comunicare” Paul Watzlawick l’aveva ispirata quella sera quando fino all’alba erano rimasti in piedi a deciderecome fondare Sanbaradio, che era nata con un entusiasmo dirompente. Ora con la questione dell’associazione si chiedeva con qualche nota di malinconia, ma piena di fiducia, quanto sarebbe cresciuta.

Voci

Narratore: Davide Corraro
Salvatore: Michele Tesolin
Direttrice: Francesca Re

Regia: Nicola Pifferi

Testi: Lorenzo Caoduro