A una settimana dal Trento Film Festival

Il Festival di quest’anno si è focalizzato sul Cile, la Patagonia e la Terra del Fuoco: ha omaggiato Padre De Agostini, uomo di chiesa e grande appassionato di montagna e fotografia, uno dei primi ad aver filmato la meravigliosa “terra ai confini del mondo”.

L’evento ha ricordato i grandi scalatori delle vette andine, ma non solo: si è rivolto ai giovani portando a Trento ospiti d’eccezione, modelli di vita sostenibile e responsabile come Don Luigi Ciotti, Luca Mercalli e Neri Marcorè, che hanno fatto registrare il tutto esaurito all’auditorium Santa Chiara parlando di temi non facili d’affrontare: legalità, ecologia, responsabilità.

La kermesse appena conclusa è stata la più seguita dai “non addetti ai lavori”: le sale dei cinema erano piene di spettatori incuriositi dal forte legame che stringe uomo e montagna, dagli sport estremi e rischiosi come l’arrampicata, presentata al grande pubblico in modo eccezionale dal gruppo CAI di Lecco, i Ragni, che hanno festeggiato i 70 anni di vita durante il festival e ricordato i fondatori del gruppo con le loro imprese, ritenute impossibili, sulle vette più alte del mondo.

Per niente ostacolate dal bel tempo che ha benedetto la rassegna, le proiezioni internazionali e nazionali hanno commosso e toccato la sensibilità di tutti i partecipanti, volontari compresi, che hanno risposto entusiasti e numerosi alla chiamata degli organizzatori per gestire le varie attività e le moltissime iniziative anche d’ambito culturale e didattico come la mostra sull’artista/alpinista Segantini.

Il Trento Film Festival quest’anno ha registrato anche un’alta percentuale di pellicole straniere a dimostrazione che il futuro è un mondo con uno spirito globale, aperto alle diverse realtà etniche, creando un melting pot che esalta il meglio di ogni cultura.

di Federica Falvino