Tutto/i pronto/i per il POPLAR

Come nasce (e cresce) il più grande festival universitario di Trento

di Elisa Fratton

Manca pochissimo ed è davvero tutto pronto: c'è la line-up degli artisti, il programma delle conferenze, una serie di attività sportive e sfide semi-competitive che coinvolgono associazioni studentesche, e molto altro. Poplar, il festival universitario di Trento per eccellenza, giunge quest'anno alla sua seconda edizione.

Per scoprirne la genesi ed i retroscena abbiamo intervistato Caterina Guitti, organizzatrice dell'evento.

Caterina, com'è nato Poplar? E che tipo di organizzazione c'è dietro un evento del genere?

Come dice lo slogan stesso "Poplar – il festival degli studenti universitari", questo è un evento organizzato dall'inizio alla fine da studenti universitari. Naturalmente vi è il supporto di Provincia, Comune, Università, Opera Universitaria e Tavolo delle Associazioni Universitarie Trentine (TAUT), ma è comunque gestito interamente da studenti. Quest'anno siamo arrivati ad avere quasi 200 adesioni di volontari per i due giorni di festival (abbiamo raddoppiato rispetto all'anno scorso!) e poi ci sono una trentina di ragazzi che invece seguono l'organizzazione dell'evento ormai da nove mesi (abbiamo preso in mano le redini di Poplar2018 già a partire da dicembre 2017). Questi sono un po' i numeri. Gestire un festival del genere è dura, occorre innanzitutto qualcuno che abbia tanta esperienza (nel nostro caso Luca Bocchio, responsabile organizzativo del festival), a partire per esempio dai permessi per garantire la sicurezza in un evento del genere. Essendo un evento ad accesso libero che ha ottenuto la fiducia delle istituzioni e da tutti gli altri enti, ci teniamo particolarmente a garantire la riuscita dell'evento e la sicurezza delle persone. Per quanto riguarda l'organizzazione in sè, è stata lunga e complessa, ma non l'abbiamo trovata così ostica poichè in più occasioni c'è stato il supporto delle istituzioni e dei vari uffici competenti. Lo staff organizzativo del festival invece è diviso in gruppi: c'è il gruppo che si è occupato della musica, il gruppo che ha seguito le attività culturali, quello delle associazioni che ha coordinato gli stand e le attività proposte, il gruppo che ha gestito la parte di food&beverage ed un altro che si è invece occupato degli sponsor e degli allestimenti. E' stato un lavoro corale che si è suddiviso e diaramato ma che fondamentalmente è sempre stato interdipendente.

Novità/differenze rispetto alla scorsa edizione?

La più grande novità è l'articolarsi del festival in due giornate (questo è stato un grande obiettivo che siamo riusciti a raggiungere sia a livello di permessi sia come sostenibilità a livello economico). Ciò è stato possibile grazie al lavoro che è stato fatto per la ricerca di sponsor e anche, soprattutto, grazie al supporto delle istituzioni. Due giorni quindi, con due serate ricche di band che si esibiranno dal vivo (l'offerta musicale non è stata tagliata e divisa in due giorni, ma rispetto all'anno scorso l'abbiamo proprio raddoppiata). L'altra grande novità è il Poplar CULT, la sezione più innovativa di quest'anno. La rassegna culturale del festival comprende una serie di conferenze, eventi, presentazioni di libri. Essa si terrà in due zone del festival nei due pomeriggi. Le due zone, che saranno ai due lati del palco, si chiameranno "zona cult" e "zona relax" e saranno allestite in modo da accomodarsi e sedersi per seguire i vari dibattiti.

Se dovessi consigliare un unico evento?

Forse, anche per quelli che sono i miei interessi, andrei a sentire Pippo Civati, che parlerà del fenomeno della polarizzazione delle idee nella società moderna. Credo sarà molto interessante e con un ospite di una certa importanza. Poi ci sono molti altri eventi di stampo diverso, ci sono per esempio rappresentazioni teatrali (la compagnia teatrale universitaria di Trento metterà in scena il proprio spettacolo "Essere o non essere-e chi essere" di Shakespeare) e divulgatori scientifici. Il bello è vedere anche in quest'occasione l'interazione tra ospiti esterni, risorse dell'università ed associazioni che propongono altri eventi. Un altro dato molto importante quest'anno è la collaborazione con le scuole superiori di Trento, che per noi rappresenta un altro gradino di interazione con la popolazione. I ragazzi saranno presenti durante il festival, dove proporranno delle attività, e nella realizzazione, proprio in questo momento, di un murales autorizzato dal Comune nel sottopassaggio di Via Taramelli.

Ci vuoi raccontare qualche retroscena divertente nell'ambito dell'organizzazione?

I retroscena diventano divertenti una volta che li superi. Nel mentre sono litigi, urli, sono rimanere più di una volta fino alle 3 di notte per finire grafici e tabelle, sono avere riunioni a tutte le ore del giorno e della notte, con i sabati e le domeniche che non esistono più. Bello è  però vedere come a titolo totalmente volontario ci sono così tanti studenti che spendono del proprio tempo nell'organizzazione di tutto ciò, e bello è vedere come inizino ad affezionarsi e a sentire "loro" questo festival. Un incentivo è stato sicuramente la risposta molto positiva che abbiamo avuto l'anno scorso sia a livello di partecipazione sia come opinione pubblica che si è generata intorno all'evento. E' il primo festival universitario che c'è a Trento e uno dei pochissimi festival musicali che vengono fatti a Trento. Speriamo di poter continuare questo trend positivo e continuare questa collaborazione.

Ringrazio Caterina per averci concesso l'intervista

Appuntamento dunque mercoledì 26 e giovedì 27 settembre al Parco Le Albere!

E' possibile consultare il programma completo del festival su Facebook https://www.facebook.com/events/972344222936790/ o al link https://www.poplarfestival.it