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Perché le disuguaglianze continuano a crescere

Confronti-  venerdì 1 giugno, ore 11:00, Ex Convegno Agostiniani

 

Negli ultimi trent'anni le disuguaglianze sono aumentate in tutti i paesi OSCE. Così ha iniziato il suo intervento introdduttivo in veste di coordinatore dell'incontro Sergio Azeri, direttore del Centro per l'Imprenditorialità, le PMI e lo Sviluppo Locale dell'OSCE a Parigi. Nel contesto del Festival dell'Economia 2012, Bruno Dallago, Preside della Facoltà di Sociologia, e Barbara Ischinger, direttrice del Dipartimento Educazione dell'OSCE, si sono confrontati sul tema della disuguaglianza. La discussione è ruotata attorno all'importanza di fornire ai giovani un'educazione adatta, che non favorisca i pochi e che rispecchi le necessità del mercato. Oggi il contesto lavorativo richiede ai lavoratori di ri-adattarsi continuamente, di essere sempre innovativi e molto flessibili. Tutte caratteristiche che la scuola non può ignorare. Barbara Ischinger ha ricordato come l'OSCE ritenga fondamentale il ruolo dell'educazione primaria nel fornire la prima possibilità di inclusione sociale. É essenziale permettere ai bambini di imparare bene ad esprimersi, a fare di conto e a muoversi nella società. Una critica che è stata mossa ai paesi occidentali è quella di non valorizzare abbastanza gli insegnanti, di non fornire loro la migliore preparazione possibile, di non motivarli e di privarli del rispetto sociale che meritano. Quello che serve è un sistema che non si basi sulla bocciatura come metodo di insegnamento, ma che offra metodi personalizzati di insegnamento e un'assistenza particolare a chi è in difficoltà. Il professor Dallago, riferendosi alla situazione italiana, ha sottolineato come le politiche di stampo liberista adottate con l'obiettivo di ridurre le disuguaglianze siano risultate fallimentari. All'Italia servono più laureati nei settori competitivi, più investimenti nel campo della ricerca, anche da parte del settore privato, e un sistema educativo che preveda l'affiancamento di esperienze lavorative alla frequenza delle lezioni.In conclusione, i relatori si sono trovati d'accordo nel rimarcare che il periodo della formazione dura tutta la vita, di imparare non si finisce mai.

a.g.