Resoconto di una mostra che fa sorridere amaro

Si è conclusa domenica 15 alle Gallerie di Piedicastello la mostra “A colpi di matita: la Grande Guerra nella caricatura”, realizzata dalla Fondazione Museo storico del Trentino in collaborazione con il comune di Folgaria, a cura di Danilo Curti-Feininger e Rodolfo Traiani. La mostra, sebbene abbia occupato uno spazio limitato rispetto ai 6000 metri quadrati delle Gallerie, ha ottenuto numerose visite, fatto che si spiega facilmente alla luce della peculiarità del materiale esposto: si tratta di una ben selezionata sequenza di 306 immagini, scelte nel novero di oltre 1000 appartenenti ad una collezione privata. Tanto varie e tanto diverse fra loro, queste opere d'arte furono pubblicate su 15 riviste di satira politica europea e firmate dai migliori caricaturisti di di inizio Novecento: i nomi sono quelli di Julius Diez, Lyonel Feininger, George Gorsz, Olaf Gulbrassons e degli italiani Golia, Nasica, Antonio Augusto Rubino, Ratalanga, per citarne solo alcuni.

Per sottolineare la portata decisamente attuale della satira, oggi come allora, non è un caso che proprio in questa cornice si sia tenuto lo scorso venerdì 13 Febbraio l'incontro pubblico “Guerra a Charlie!”, in occasione del quale sono intervenuti, oltre al già citato Dario Curti-Feininger, il vignettista del Corriere della Sera Emilio Giannelli e la scrittrice Chiara Mezzalama, testimone diretta degli eventi che hanno tristemente segnato la nostra contemporaneità il 7 Gennaio scorso a Parigi, raccontati nel suo “La libertà d'espressione: diario minimo di una scrittrice italiana a Parigi” (Roma, ed. estemporanee, 2015)

La caricatura politica assume autonomia e risonanza a partire dal tardo Settecento in Inghilterra e durante la prima guerra mondiale le maggiori testate a diffonderla sono in Italia “L'Asino”, “La tradotta”, “Numero”, “Il mulo”, mentre nel resto d'Europa “Kladderatsch”, “Lustige Blatter”, “Le mot”, “Die Muskete”.

Risultato eccellente per questa esposizione: gusto misurato e sobrio nell'allestimento, ottima realizzazione grafica dei pannelli storici, esaltante scelta coloristica. Una riflessione in particolare va fatta per guardare avanti: il successo di questa mostra rappresenta una possibilità in più per il genere artistico del fumetto di essere non solo conosciuto, ma opportunamente apprezzato per la sua dirompente portata sociale. La speranza è quella che di eventi culturali del genere ce ne siano ancora e tanti, perchè è evidente che – ancor più in una società che si definisce “di immagine” – la caricatura e il disegno in generale sono sì opere d'arte ma anche chiavi di lettura del presente paradossalmente molto serie. Il sorriso a mezza bocca che si è dipinto sul volto di chi passava in rassegna le stampe di inizio Novecento alle Gallerie è la traduzione esteriore di ciò che la satira politica causa dentro di noi: una nuvola di pensieri critici, divertimento e processo educativo allo stesso tempo. La satira politica arriva dove non può l'istruzione scolastica, dove non ha difese il pregiudizio, dove siamo più ricettivi: il nostro senso dell'umorismo. 

(Lucia Gambuzzi)