Porte Aperte al CoSBI

Il 6 febbraio si è tenuto il porte aperte al centro di ricerca COSBI all’ex Manifattura tabacchi di Rovereto, e ci sono andato a curiosare.

COSBICHè? Vi starete chiedendo. Beh, una cosa alla volta.

Prima di partecipare ovviamente mi ero informato un po’ sul centro, e a dir la verità avevo capito ben poco di cosa fosse questo Centre for Computational and System Biology. Certo, a grandi linee avevo capito che era un centro in cui si fanno delle ricerche (ma dai?) in ambito medico attraverso sistemi computazionali e che viene finanziato in parte da Microsoft, in parte dall’università degli studi di Trento. La stampa a livello nazionale ne elogia il progetto, mentre quella locale lo critica per i costi eccessivi; insomma, siamo pur sempre in trentino, e a queste cose ci stan sempre tutti molto attenti.

Sceso dal treno a Rovereto provo a chiedere a qualche faccia possibilmente locale come arrivare al CoSBI, ma nulla, nessuno sapeva bene cosa fosse, “ah, sì, quella roba di Microsoft, dalla Manifattura Tabacchi”.

Arrivato a destinazione mi accolgono diverse pattuglie della polizia davanti all’ingresso che neanche durante il festival dell’economia.  Dettaglio, questo, che non incide sull’esperienza comunque.

Detto ciò la presentazione del centro si è svolta in modo del tutto inaspettato, non certo la classica conferenza. Le principali attività di cui si occupa il centro venivano esposte attraverso piccole rappresentazioni teatrali che vedevano protagonisti non solo attori della compagnia Estroteatro, ma anche i ricercatori che, alcuni dolcemente impacciati, altri forse troppo bravi per essere davvero dei ricercatori (nerd), hanno esposto in maniera semplice e divertente il loro lavoro. Il centro si occupa principalmente di  nutrizione e del legame di questa con malattie neurodegenerative attraverso strumenti tipicamente informatici.
Poi c’era da mangiare, altro valore aggiunto alla serata.
A fine presentazione mi fermo a fare due chiacchiere con Luca, ricercatore nella struttura da settembre. Mi racconta della sua esperienza di ricercatore prima a Verona, poi qui in trentino, in una regione in cui ancora si sperimenta, e in cui la ricerca è valorizzata giudicata come indispensabile per lo sviluppo. Perché, come dice lui “quando hai bisogno dei risultati di una ricerca è tardi per avviarla”, o qualcosa del genere, beh, suona bene comunque.
Corrado Priami, presidente e a.d. del CoSBI, ha invece risposto alle critiche relative ai finanziamenti, giudicati da alcuni troppo elevati, che il centro riceve dalla provincia, affermando che in realtà in centro è non solo efficiente nell’utilizzo delle risorse ma che produce anche dei ricavi provenienti dal mercato dei brevetti che vengono realizzati proprio dal centro stesso.
 
considerazioni finali: il CoSBI ha dato l’idea di essere un centro internazionale di ricerca all’avanguardia, proprio come quelli di cui a volte si sente la mancanza ascoltando le vicende personali dei ricercatori scientifici italiani. Leggenda vuole che quando, dopo appena 10 mesi dalla presentazione del progetto a Praga, il CoSBI diventò effettivamente operativo, quel mattacchione di Bill Gates esclamò “anche in Italia, a volte, succedono i miracoli”. Resta però un po’ di amarezza nel constatare che le persone della zona, ma anche i giovani universitari, sappiano poco di questa realtà. D’altronde il porte aperte serve anche a questo!