Museo per Via: vite di uomini e donne tesini

di Lorenzo Toniolo

Lasciare la propria casa a 14 anni e intraprendere viaggi, anche dall’altra parte del mare, per fare i venditori ambulanti. Potrebbe sembrare il titolo di una notizia di giornale odierna, un quadro sull’immigrazione, invece è la storia raccontata da un museo a Pieve Tesino.

Per generazioni, fino alla seconda guerra mondiale, i tesini, hanno dato vita e sono diventati un flusso commerciale che coinvolse e toccò tutti i continenti.
La storia nasce quando, questo popolo di pastori, venne a contatto con la famiglia Remondini di Bassano del Grappa che possedeva una stamperia. Grazie ad un accordo commerciale tra le due parti, le stampe Remondini (benché di bassa qualità) ebbero una grande diffusione perché vendute dai tesini a basso prezzo nelle case dei contadini.

Il tesino a quattordici anni partiva, ma solo dopo aver terminato l’istruzione obbligatoria dell’impero asburgico che gli permetteva di leggere, scrivere e fare di conto. Si aggregavano i gruppi di più persone e, con la loro valigetta piena di stampe, viaggiavano di città in città, fino a superare i confini nazionali. Infatti molti di loro si sono spinti nelle Americhe, in Russia e in Oceania. Generalmente, dopo massimo un paio d’anni, si tornava nella propria valle e alla propria casa, che veniva gestita da donne tenaci e forti mentre i mariti e figli erano a lavoro. Alcuni venditori ambulanti, però, si stabilivano in maniera definitiva aprendo dei negozi o botteghe e iniziando anche a stampare in maniera autonoma (un esempio sono i fratelli Daziario che fondarono diversi negozi tra Mosca, San Pietroburgo e Parigi).

Partendo quindi con una semplice licenza e una “cassela” (valigia) il tesino, chiamato anche “pertegante” (perché usava un bastone, pertica, per camminare), creò una rete di negozi, contatti, conoscenze che portò non soltanto una ricchezza economica al piccolo borgo, ma anche cultura e innovazione: alcuni, tornati in paese, insegnavano le lingue imparate, altri raccontavano quali fossero le immagini che più erano in voga in determinati posti (santi, paesaggi, personaggi storici, vita contadina) per permettere ai propri compaesani di viaggiare avendo ben chiaro il prodotto da vendere, altri ancora importavano le innovazioni tecniche che permettevano di rendere le stampe più qualitative e copiose.

Unico, inoltre, il contributo che con questo mestiere si portava nelle case, soprattutto quelle più povere: le immagini erano una vera e propria finestra sul mondo, che permetteva a ai contadini e ai loro figli di conoscere e immaginare ciò che era fuori del proprio paesino, di conoscere e avere stimoli nuovi.

Tutto questo viene raccontato all’interno del Museo per Via, nel centro di Pieve Tesino, direttamente dalle stampe originali e dalle ricostruzioni attente delle storie di questi coraggiosi nonni e bisnonni degli abitanti del paese. 

Link utile: https://www.museopervia.it/

Descrizione foto:
Immagine: Istallazione interna al museo che raffigura i viaggi fatti dai venditori in tutto il mondo
Immagine nel testo: Citazione esposta in entrata