L’Aquila come il Leicester: una scommessa per il futuro

Al Festival dell'Economia il sindaco Massimo Cialente e l'ex ministro Fabrizio Barca raccontano il capoluogo abruzzese a 7 anni dal terremoto

di Marta Pilotto

Un centro storico che pullula ogni giorno di 3.500 operai, uno skyline punteggiato da centinaia di gru, bagliori di un sole quasi estivo che rimangono imprigionati nel metallo dei ponteggi.

Questa è L'Aquila oggi: a 7 anni dal devastante terremoto che l'ha piegata, la città sta trovando la forza ed i finanziamenti per rialzarsi.

Dal palco della Sala Filarmonica di Trento l'energico sindaco Massimo Cialente dialoga con Fabrizio Barca, ex Ministro per la Coesione territoriale del governo Monti e delegato per la ricostruzione aquilana.

"All'indomani del terremoto, le forze economiche e sociali si ponevano il problema di con che cosa campare poi, dopo la ricostruzione" spiega Barca. "Gli altri terremoti che hanno interessato il nostro territorio ci hanno insegnato che non basta ricostruire le mura e le infrastrutture, ma che per evitare problemi di sottosviluppo come case vuote e disoccupazione è necessario attivare progetti di innovazione e formazione coordinati tra di loro."

Queste sono state le linee guida del progetto aquilano per il quale sono stati investiti 6 milioni in 6 anni: puntare sull'università, sul turismo, sulla cultura.

"Le vocazioni della città non sono state distrutte dal terremoto, ma in un certo senso enfatizzate" dice con orgoglio il sindaco presentando il fiore all'occhiello della rinascita del capoluogo abruzzese: il Gran Sasso Science Institute, che mira a valorizzare le potenzialità dei laboratori di fisica nucleare costruiti nel roccioso cuore degli Appennini e ad attirare scienziati e nuovi talenti provenienti da tutto il mondo.

Il centro di ricerca e di alta formazione dottorale inaugurato nel 2013, infatti, si colloca proprio in quel crocevia tra valorizzazione di risorse preesistenti e la necessità di trasformare la tragedia del 2009 in un'opportunità per il futuro.

Il sindaco chiude con una promessa: il cantiere più grande d'Europa ci restituirà una città nuova, dinamica, tecnologica, aperta. Un capoluogo che entrerà nei primi 50 posti nelle classifiche delle migliori città d'Europa. "L'Aquila è come il Leicester: sembrava impossibile, eppure… Per me è una scommessa, prima di tutto intellettuale, che sono sicuro di non perdere!"