La vittoria di Van der Bellen

di Giorgia Roda

Ormai è risaputo, Alexander Van der Bellen, leader dei verdi, ce l’ha fatta di nuovo. Alle elezioni austriache del 4 dicembre il nuovo presidente federale ha sconfitto il suo rivale, Norbert Hofer, rappresentante del partito di estrema destra FPÖ, per 7,49 punti percentuali, corrispondenti a 384.231 voti.

L’annullamento delle scorse elezioni da parte della Corte Costituzionale austriaca, era motivato da alcune irregolarità nella gestione dei voti postali, precisamente 740.000, che lasciavano spazio a possibili brogli elettorali. A differenza delle elezioni dello scorso 22 maggio, in cui lo scarto per la vittoria di Van der Bellen era di soli 30.863 voti, la maggioranza questo dicembre è stata molto più schiacciante, non lasciando alcun dubbio sulla effettiva vittoria del rappresentante dei verdi.

Il candidato europeista ha saputo catturare una rilevante fetta di precedentemente non votanti, 169.000, ed è riuscito contemporaneamente a convincere altri 77.000 cittadini, prima simpatizzanti dell’FPÖ, a dargli il loro supporto. Allo stesso tempo, altrettanti sostenitori di Hofer sono passati tra gli indecisi, contribuendo come risultato ultimo alla vittoria di Van der Bellen.

Van der Bellen è rimasto il candidato preferito dagli abitanti delle città anche in quei Länder che hanno registrato una vittoria dell’esponente della destra nazionalista, scelto principalmente dagli abitanti delle zone rurali. Ne è esempio emblematico la città di Graz, nel Steiermark: nel Land Hofer ha ottenuto complessivamente il 52.7% dei consensi, in controtendenza, nel capoluogo solamente il 32.96% dei voti sono a suo favore.

Anche a Vienna il consenso verso il candidato europeista è stato prevalente, raggiungendo in alcuni distretti l’80%.

Per quanto riguarda l’area del Tirolo austriaco si assiste a uno shift dall’esponente dell’FPÖ verso Van der Bellen, presumibilmente motivato anche dalla questione del Brennero. Il timore della chiusura del passo simboleggerebbe una sconfitta rispetto agli sforzi di cooperazione e integrazione fatti finora, sconfitta di cui hanno tenuto conto i tirolesi, e gli austriaci in generale, nella loro decisione.

Secondo dati ORF raccolti nel giorno della votazione, pubblicati successivamente anche dal giornale tedesco Die Zeit, il grado d’istruzione ha avuto un ruolo determinante nella scelta: gli individui con un titolo di studio pari al diploma o superiore sono stati molto più indirizzati verso il rappresentante dei verdi, contrariamente a chi ha limitato i suoi studi alla scuola dell’obbligo.

Un altro elemento che potrebbe aver in parte influenzato il risultato, è stata l’elezione di Trump alla presidenza degli Stati Uniti. In base a una ricerca dell’ente statistico tedesco Statista, il 32% degli intervistati pensava, lo scorso novembre, che il risultato delle presidenziali americane avrebbe influenzato anche la politica austriaca, con ripercussioni, eventualmente, anche sull’esito delle elezioni.

Dati: ÖRF.