La lunga strada gialla

Giovedì 9 marzo 2023 l’ultimo appuntamento del Cineforum Ambiente al Teatro di Meano

Federico e Mirko, due giovani palermitani, decidono di partire da Portella della Ginestra in sella ai loro muli, diretti verso Roma. Che cosa li spinge ad attraversare a passo lento il Sud Italia? Quali prove dovranno affrontare e chi incontreranno nei 72 giorni di viaggio e lungo gli oltre 1200 km percorsi?

I registi Christian Carmosino e Antonio Oliviero ne hanno documentato il cammino, registrando le domande e i pensieri raccolti e condivisi con le persone incontrate lungo il percorso. 

L’appuntamento con La lunga strada gialla, il documentario che ne è nato, è giovedì 9 marzo alle ore 20.30 al Teatro di Meano. In attesa della proiezione Sanbaradio ha intervistato Christian Carmosino.

Sanbaradio. Christian, come è nata l’idea di questo lungometraggio?

Christian. Come spesso accade nei documentari, anche questa volta non sono stato io a cercare la storia, ma è stata la storia a incrociarmi, per caso. Una persona mi scrisse su Facebook, segnalandomi l’intenzione di Mirko e Federico di intraprendere un lungo viaggio con i loro muli, facendosi portavoce di un messaggio di ecologia e giustizia sociale. Ai tempi, però, stavo girando un altro film, per cui non avevo né il tempo né le risorse per incominciare un nuovo lavoro. Quella storia, tuttavia, mi incuriosiva. Sentivo che mi interessava. Decisi così di andare a Palermo per un fine settimana, per conoscere i ragazzi e trovare poi una squadra di film maker che potessero seguire tutto il loro viaggio. Feci un appello a cui risposero diversi giovani registi, tra cui Antonio (Oliviero, ndr), inizialmente incaricato di seguire la tratta campana. Dotammo i protagonisti di una piccola telecamera, in modo che potessero filmare in autonomia le parti del cammino scoperte, e il viaggio ebbe inizio. Nel corso delle settimane il progetto si trasformò, perché io e Antonio decidemmo di seguire insieme tutto il percorso che dalla Campania portò Federico e Mirko nel Lazio. Grazie al film, inoltre, diventammo amici. Montammo il film insieme, impiegandoci ben quattro anni, mentre vivevamo a Parigi per lavoro. Insomma, questo documentario è nato due volte per caso: l’incontro con i due protagonisti e quello con Antonio sono state delle coincidenze fortunate e delle bellissime scoperte.  

Sanbaradio. Federico e Mirko, i protagonisti, furono da subito disponibili a farsi filmare?

Christian. Sì, perché il documentario era funzionale a far conoscere il loro viaggio e il messaggio che volevano portare. Inoltre, bisogna tenere conto che Mirko e Federico si erano messi in cammino senza soldi e senza appoggi, ragion per cui il documentario poteva essere un buon modo per ottenere supporto ed entrare in contatto con le comunità locali incontrate lungo la strada. Le cose andarono proprio così: Federico e Mirko furono sempre accolti e ospitati. La loro idea, del resto, non era quella di fare un viaggio solitario, ma di incontrare le persone, raccogliere i loro messaggi e diffonderli.

Sanbaradio. Qual è stato l’esito del loro viaggio?

Christian. Non risponderò del tutto alla domanda, per non svelare il finale del film! La loro intenzione, ad ogni modo, era di arrivare al Quirinale, per consegnare al Presidente Napolitano il loro messaggio. Al di là di questa finalità dichiarata, tuttavia, penso che il viaggio sia servito soprattutto a loro e alle persone che hanno incontrato lungo il percorso. Mirko e Federico, infatti, sono stati seguiti da persone comuni e da molte associazioni locali di pastori, contadini e pescatori. Sono riusciti a creare una rete che continuano a portare avanti, attraverso piccoli viaggi di scoperta volti anche a riaprire le antiche ippovie e a favorire un turismo ecosostenibile. Dopo di loro, si sono creati gruppi di viaggiatori con il mulo. Penso che siano riusciti nel loro intento. 

Sanbaradio. Di sicuro erano animati da un’intenzione molto forte…

Christian. Sì, Mirko e Federico credevano nel messaggio che portavano. Altrimenti non ti imbarchi in un’avventura di questo tipo! Dovettero affrontare molte prove e superare molti ostacoli. Portavano e continuano a portare un messaggio di ritorno alla natura, non per forza antico ma anche moderno, e di rispetto per l’ambiente.  Inoltre volevano sperimentare e condividere l’idea che la lentezza sia un valore da riscoprire. In alcuni momenti del viaggio, di fatti, furono costretti a fermarsi, rigenerarsi e prendersi del tempo prima di potersi rimettere in cammino.

Sanbaradio. Come regista e artista, come affronti il tema dell’ecologia?

Christian. Condivido il pensiero dell’attore, regista e scrittore Antonio Rezza: l’arte non deve avere uno scopo, non deve essere sociale. Dunque non mi muove uno scopo di educazione o di informazione sociale. Mi muovono le storie. Certo, spesso decido di raccontare storie che hanno un risvolto sociale e politico molto forte, ma le racconto innanzitutto per la loro forza, per i loro personaggi. I miei non sono film a tesi. Penso che il messaggio debba passare attraverso le emozioni, le persone, le loro storie, le relazioni che si creano tra loro. Del resto, questo è l’approccio di noi documentaristi per il cinema: cerchiamo innanzitutto di nutrire il piacere di andare al cinema e vedere un film.

Buona visione!

La lunga strada gialla
Christian Carmosino, Antonio Oliviero
Documentario, Italia, 2016, 79'

Giovedì 9 marzo 2023 – ore 20.30 – Teatro di Meano
Costo del biglietto: 3€
Al termine della proiezione seguirà un momento di approfondimento in compagnia del regista Christian Carmosino. Calice di vino offerto da Cantina La-Vis.
A cura di Effetto Notte, in collaborazione con H2O+ e Lavistaperta, con il contributo di Fondazione Caritro e Cantina La-Vis.

Per info e prenotazioni:
info@teatrodimeano.it
www.teatrodimeano.it
0461 511332 (mar-ven 17-20 e sab 10-12.30)