Il tempo delle api

Il 9 febbraio il secondo appuntamento del Cineforum Ambiente del Teatro di Meano

Finita l’università Mauro e Valerio decidono di lasciare Roma per andare a vivere in una comune sui colli Albani. Lì proveranno a dare vita a un rivoluzionario progetto di apicoltura naturale, scontrandosi con ostacoli e difficoltà che metteranno alla prova l’esperimento e la loro stessa amicizia.

Rossella Anitori e Darel Di Gregorio, due giovani registi romani, per quattro anni si sono immersi nel tempo lento della comune, osservando e ascoltando questa storia fatta di api, di sogni, di ideali e di amicizia.

L’appuntamento con Il tempo delle api, il documentario che ne è nato, è per giovedì 9 febbraio alle ore 20.30 al Teatro di Meano. In attesa della proiezione Sanbaradio ha incontrato gli autori.

Sanbaradio. Rossella, Darel, come è nato questo film?
Darel. Il film è ambientato all’interno di una comune di ragazzi usciti dalla Facoltà di Antropologia della Sapienza e trasferiti a Velletri, in un casolare di campagna. Tra quei ragazzi c’ero anche io, insieme a Mauro e Valerio, i protagonisti del documentario. In quel periodo Rossella stava scrivendo Vite insieme (DeriveApprodi), un libro sugli ecovillaggi. Proprio per la sua indagine Rossella arrivò a Velletri e conobbe il progetto di apicoltura naturale di Mauro e Valerio, ispirato ai principi della permacultura. In quell’occasione io e Rossella ci conoscemmo e decidemmo di girare un documentario sull’esperimento che si stava portando avanti nella comune.

Sanbaradio. Avevate già esperienza nell’ambito del videomaking?
Rossella. Molto poca! Io avevo fatto qualche esperienza da regista, Darel nessuna. In più, non avevamo alcuna casa di produzione alle spalle, per cui dovemmo trovare delle modalità creative per finanziarci. Lanciammo due campagne di crowdfunding, raccogliendo un interesse che non ci aspettavamo. Apicoltori e appassionati di apicoltura erano sinceramente incuriositi dall’esperimento di Mauro e Valerio, perché provava a rispondere ad alcune problematiche avvertite da tutto il settore.

Sanbaradio. Quindi anche la reazione degli apicoltori “tradizionali” fu positiva?
Rossella. Tra molte difficoltà, Mauro e Valerio stavano proponendo un approccio completamento diverso all’apicoltura: il loro tentativo era quello di passare da un modello interventista, dove le api dipendono dalle azioni dell’uomo, che le nutre, le cura e ne gestisce i cicli naturali, a un modello attendista, in cui si lascia alle api il tempo di agire secondo la propria etologia, eliminando il più possibile ogni ingerenza umana. Quando iniziammo a presentare questo esperimento, le reazioni degli apicoltori furono soprattutto di entusiasmo. Capimmo che il mondo dell’apicoltura sentiva l’urgenza di trovare delle vie alternative per risolvere problemi riconosciuti da tutti, come l’indebolimento delle api e la loro dipendenza dai trattamenti fitosanitari.
Darel. Certo, incontrammo anche qualche oppositore, preoccupato che questo approccio non convenzionale potesse causare nuovi problemi, come la diffusione di pestilenze tra le api. In generale, però, possiamo dire di aver riscontrato nel settore una grande capacità di mettersi in dialogo. Mauro e Valerio, due veri e propri “cani sciolti” dell’apicoltura, furono d’ispirazione per molti altri che partirono dal loro lavoro per continuarlo e migliorarlo. Il nostro film non ha un finale, perché la storia che racconta è tutt’altro che finita.

Sanbaradio. Il tempo delle api è un film sulle api, ma anche sulle persone e sulle dinamiche dell’amicizia. Cosa avete capito seguendo la storia dei protagonisti?
Rossella. Avere a che fare con la natura richiede tempi lunghi. Richiede, per l’appunto, il “tempo delle api”, quel tempo di cui gli insetti hanno bisogno per poter realizzare i propri cicli naturali e ritrovare una loro dimensione di equilibrio con il resto dell’ecosistema. Il documentario invita a riflettere sulla fragilità degli equilibri che sono alla base della nostra vita sulla Terra; equilibri relativi sia alla vita delle api sia alle relazioni personali. C’è una dimensione di fragilità e delicatezza tanto negli equilibri ecosistemici quanto in quelli delle relazioni umane. Ci vogliono tempo, lentezza e pazienza per prendersene cura.

Sanbaradio. Un’ultima domanda. Il vostro è un cinema impegnato e in molti dei vostri documentari avete indagato temi di giustizia sociale. Come artisti e registi sentite di avere una responsabilità al riguardo?
Darel, Rossella. Assolutamente sì! Nelle nostre opere non ci focalizziamo su un messaggio univoco perché vogliamo lasciare al pubblico uno spazio di interpretazione legato all’emozione visiva, ma già la selezione dei temi è emblematica e veicola una chiara scelta di campo. Per noi il cinema è uno strumento di trasformazione sociale. Il nostro obiettivo è generare cultura, creare possibilità di pensare insieme, di mettersi in dialogo. Il film è uno spunto per continuare a sviluppare un pensiero in maniera autonoma o collettivamente.

Il tempo delle api
Rossella Anitori, Darel Di Gregorio
Documentario, Italia, 2017, 65'

Giovedì 9 febbraio 2023 – ore 20.30 – Teatro di Meano

Costo del biglietto: 3€
Al termine della proiezione seguirà un momento di approfondimento con la presenza dei registi. Calice di vino offerto da Cantina La-Vis.
A cura di Effetto Notte, in collaborazione con H2O+ e Lavistaperta, con il contributo di Fondazione Caritro e Cantina La-Vis.

Per info e prenotazioni:
info@teatrodimeano.it
www.teatrodimeano.it
0461 511332 (mar-ven 17-20 e sab 10-12.30)