Hambachers: vivere sugli alberi per salvare la foresta

Il 26 gennaio il primo appuntamento del Cineforum Ambiente del Teatro di Meano

Chi sono gli Hambachers, i ribelli che dal 2012 vivono sugli alberi della foresta millenaria di Hambach, nel cuore della Renania tedesca, per salvarli dalle ruspe di RWE, una delle più potenti multinazionali dell’energia e del carbone?

Con questa domanda inizia il viaggio di Leonora Pigliucci, giornalista e attivista antispecista, e Claudio Marziali, videomaker, alla scoperta di un esperimento unico di resistenza ecologista. Un viaggio di incontro, condivisione e confronto con una comunità anarchica e romantica, utopica e pragmatica al tempo stesso. Hambachers, il documentario che ne è nato, è il racconto per immagini e suoni di questa immersione emozionale in uno dei luoghi simbolo dell’ecologismo europeo.  

Con Hambachers si apre la nuova edizione del Cineforum Ambiente del Teatro di Meano. L’appuntamento è per giovedì 26 gennaio alle ore 20.30. In attesa della proiezione Sanbaradio ha incontrato i registi.

Sanbaradio. Leonora, Claudio, come è nato il documentario? Perché avete deciso di andare ad Hambach?
Leonora. Io e Claudio veniamo da percorsi molto diversi. Come attivista antispecista conoscevo l’occupazione che si stava portando avanti ad Hambach, come vero e proprio esperimento radicale di anarchia messa in pratica. Sapevo che in quella comunità di attivisti c’erano una forte impronta idealista e il desiderio di sperimentare forme non convenzionali di convivenza con altri esseri umani e non umani. Ne ho parlato con Claudio, gli ho mostrato qualche immagine. Claudio, che è un professionista del montaggio e della ripresa, ha subito capito che in quel luogo e in quella storia c’era un grande potenziale. Così abbiamo deciso di partire, molto all’avventura. Non avevamo dei contatti iniziali. Non sapevamo chi avremmo trovato.

Sanbaradio. Come siete stati accolti?
Leonora. Gli Hambachers sono molto accoglienti, ma anche molto organizzati. Ci siamo sorpresi di trovare addirittura un info point ai margini del loro villaggio sugli alberi! Senza dubbio il mio passato di attivista mi ha permesso di entrare più rapidamente in sintonia con loro. Nel giro di pochi giorni ci siamo sentiti a tutti gli effetti parte del gruppo, partecipando alla vita quotidiana della comunità.
Claudio. Penso che anche la presenza delle telecamere ci abbia aiutato. Ad Hambach gli scontri con la polizia erano molto frequenti, e gli attivisti hanno subito capito che noi potevamo aiutarli. Le nostre telecamere potevano in qualche modo tutelarli.

Sanbaradio. Che cosa vi ha colpito di più della lotta di resistenza degli Hambachers?
Claudio. Come cineasta, sono rimasto impressionato dall’idea di occupare attivamente una foresta intera. Occupare gli alberi. Costruire una forma di esistenza alternativa. Gli Hambachers hanno tradotto in realtà quell’idea fiabesca di vita sugli alberi che tutti abbiamo nell’immaginario, da Robin Hood al Barone rampante di Calvino.
Leonora. Mi ha sorpreso la loro determinazione: mentre alcune delle loro case venivano distrutte dalla polizia, altre venivano costruite poco lontano. Gli attivisti di Hambach hanno un immenso senso pratico, non si perdono in chiacchiere. Penso ci sia molto da imparare dal loro attivismo. E poi, sono rimasta colpita dalla dimensione corale di questo movimento. La comunità è composta da persone molto diverse per credo religioso, politico, valori, provenienza. Abbiamo visto punk lottare al fianco di cristiani che pregavano. Ciò che accomuna le persone che decidono di vivere nella foresta è la condivisione di un ideale, è la passione e il legame viscerale con la natura, è la rabbia di fronte alla minaccia della sua distruzione, ma anche la capacità di trasformare questa rabbia in azione.

Sanbaradio. Nel 2020 il Parlamento tedesco ha finalmente deciso di proteggere la Foresta di Hambach, dopo aver approvato un pacchetto di leggi per eliminare gradualmente il carbone. Quella degli Hambachers è una storia a lieto fine?
Leonora. È una storia finita solo parzialmente bene, perché buona parte della foresta è comunque stata distrutta. Una parte è sopravvissuta e oggi sono aumentati molto i villaggi. Penso che l’aspetto più positivo di tutta la vicenda sia la risonanza che ha avuto a livello europeo: questa esperienza di resistenza ha contagiato l’Europa, dando vita a esperienze simili, oggi in corso in Francia e nel Nord dell’Europa.

Sanbaradio. Negli ultimi anni il cinema ha iniziato a occuparsi di temi ambientali. Come registi, pensate di avere una responsabilità al riguardo?
Leonora e Claudio. Portare al pubblico informazione, spunti di riflessione e messaggi anche non canonici è ciò che ci motiva a fare il nostro lavoro. Pensiamo che il documentario sia un mezzo molto potente e che possa giocare un ruolo centrale in questa missione, perché permette di aggiungere al report giornalistico una chiave emozionale, più intima, che è indispensabile per raggiungere un pubblico ampio, variegato, con sensibilità ambientali anche molto diverse. Unendo le nostre competenze di giornalista e videomaker proviamo a rivolgerci a tutti, ad essere il più possibile inclusivi.

Sanbaradio. Un’ultima domanda… dopo Hambachers, che state presentando in tutta Italia e all’estero, avete in mente altri progetti di questo tipo?
Leonora. Sto cercando di convincere Claudio… posso solo dire che centrerà il dionisiaco!

 

Hambachers
Documentario, Italia, 2019, 47'

Giovedì 26 gennaio 2023 – ore 20.30 – Teatro di Meano
Costo del biglietto: 3€
Al termine della proiezione seguirà un momento di approfondimento con la presenza dei registi. Calice di vino offerto da Cantina La-Vis.
A cura di Effetto Notte, in collaborazione con H2O+ e Lavistaperta, con il contributo di Fondazione Caritro e Cantina La-Vis.

Per info e prenotazioni:
info@teatrodimeano.it
www.teatrodimeano.it
0461 511332 (mar-ven 17-20 e sab 10-12.30)

 

                                                                                                                   A cura di Viola Ducati