Coronavirus: una piattaforma per la lotta all’infodemia

È online la piattaforma della Fondazione Bruno Kessler per un’analisi lucida del propagarsi del virus e dell’informazione social.

di Giulia Leccese

Nella situazione che tutta l’Italia si ritrova faticosamente ad affrontare, il ruolo informativo svolto da parte dei social media ha un peso sensibile: sul nostro umore, sulla ricezione di decreti e direttive ministeriali e, in molti casi, addirittura sulla loro applicazione da parte della popolazione.

Molto spesso rimane prerogativa del singolo controllare la veridicità della fonte da cui tali informazioni provengono: il loro vaglio, in alcuni casi, può risultare difficoltoso anche per le nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali.

Per renderci conto della relazione tra l’evoluzione dell’epidemia di COVID-19 e le dinamiche informative sui social media, la Fondazione Bruno Kessler ha reso disponibile una piattaforma online, consultabile qui: https://covid19obs.fbk.eu/, che permette agli utenti di districare la confusa matassa virtuale che quotidianamente sono costretti ad affrontare, tentando di sbrigliare le fake news dalla verità,.

All’interno dell’analisi, svolta lungo l’intero arco temporale di apparizione e sviluppo dell’epidemia e basata sulle conversazioni pubbliche su Twitter, il team diretto da Manlio De Domenico, fisico dei sistemi complessi e responsabile dell’Unità CoMuNe Lab alla Fondazione Bruno Kessler di Trento, mette a disposizione questa risorsa al fine di aumentare le analisi e facilitare la comprensione in una situazione di grave emergenza sociale come quella attuale.

Il trend individuato nel caso del nostro Paese vede, spiegato con le parole di De Domenico, “un aumento rapido e insolito dell’attività di soggetti umani e agenti artificiali, i cosiddetti bot sociali, volta a diffondere informazioni non verificate e ascrivibili a varie categorie di fake news” nel periodo precedente alla diffusione del contagio. Sempre De Domenico fornisce un termine atto a descrivere tale fenomeno mediatico: infodemia, “ovvero a una propagazione incontrollata di informazioni dalla elevata pericolosità sociale”.

Lo studio rivela però, in coincidenza con l’arrivo dell’epidemia all’interno del paese preso in analisi, una maggiore selettività da parte degli utenti che tendono a verificare con più attenzione la fonte delle notizie.

Risulta a questo punto naturale connettere le due “epidemie” attraverso un efficace parallelismo, come spiega Pier Luigi Sacco, ricercatore FBK esperto in politiche pubbliche: “Le infodemie sono l’equivalente socio-cognitivo dei processi infettivi. Diffondere informazioni o idee che, nel corso di una crisi sanitaria, fuorviano sistematicamente l’opinione pubblica e la inducono a mettere in atto scelte sbagliate diviene un problema di salute”.

Dunque, come diligentemente stiamo facendo in questi giorni di quarantena, proteggersi da organismi dannosi, siano essi un virus o un’informazione di dubbia provenienza, è l’unico modo per fermarne la diffusione nel nostro mondo così vulnerabile, reale o virtuale che sia.

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