Arriva Genesi, Anna Bassy torna a svelarsi in cinque nuove tracce

Abbiamo ascoltato il nuovo EP della cantautrice italo nigeriana, ecco come ci è sembrato

di Tout court

È stato presentato per la prima volta in tour il 4 novembre il nuovo EP di Anna Bassy, “Genesi”, progetto che mescola – nelle giuste quantità – elementi R&B, nu funk, pop ed elettronici. Dopo aver affrontato il tema della paura in “Monsters”, la cantautrice torna a svelarsi in cinque nuove tracce, cronologicamente le prime ad essere state scritte dall’artista. Non è un caso, infatti, che vi sia un forte legame tra questo nuovo EP e il passato.

Come rivelato dalla stessa artista, tra i temi che sostengono la scansione delle tracce vi è il rapporto tra il passato e il futuro e come il primo influenzi le nostre azioni proiettate nel secondo. “Genesi” si presenta, infatti, come un viaggio risolutivo e di serena accettazione di ciò che è accaduto e che non può essere cambiato. L’EP si apre con “Genesi I”, un prologo che introduce tutta la struttura sonora delle tracce successive. Fin dai primi secondi del brano, ci si rende conto che la voce – non solo quella calda e potente della cantautrice – è la protagonista dell’EP. I toni eterei della traccia, sostenuti da echi e riverberi accompagnati da percussioni idiofone, gettano le basi per le canzoni che seguono. L’assenza di testo è una scelta basata sulla natura multietnica dei componenti del coro, e punta all’immediatezza e all’universalità del messaggio. “Genesi I” si chiude con dei suoni ambientali per lasciare spazio al primo brano principale, “Mercy”. Come nel prologo, la voce è amplificata da echi. La sovrapposizione di voci contribuisce alla formazione del ritmo della traccia e le linee vocali sono sostenute da bassi corposi che le esaltano, senza coprirne il suono pulito e deciso. All’armonia contribuiscono elementi elettronici e una linea di chitarra semplice, inserita nel ritornello, che arricchisce la voce potente della cantautrice.

Genesi II” segna il passaggio tra la prima e la seconda parte dell’EP con un intermezzo vocalico “a cappella”, che prepara il terreno a “Cold down here”. Il brano, infatti, presenta ancora il motivo dei cori, arricchito da una presenza più importante di elementi elettronici, che non sopraffanno mai le voci. I ritmi si fanno più incalzanti e sincopati, così come la linea vocale. Le tastiere in chiusura sfumano nell’ultimo brano, “Lulla-bye”, che rappresenta allo stesso tempo la conclusione dell’EP e un rimando al prologo. Come nelle tracce precedenti, la voce è messa in risalto da elementi elettronici contenuti e linee di chitarra definite, insieme a un controcanto che funge quasi da dialogo. Elemento innovativo del brano è il silenzio, prolungato per quasi un minuto all’interno della traccia. “Lulla-bye” presenta infatti uno stacco tra una “falsa conclusione” e quella reale, in cui Anna Bassy canta il ritornello accompagnata esclusivamente da una chitarra acustica. La voce, ancora una volta, è evidenziata da un riverbero che pone l’ascoltatore nella stessa stanza in cui la cantante si esibisce. Questa ultima parte “unplugged” fa da ponte tra l’ultima traccia dell’EP e “Genesi I”, enfatizzandone la circolarità strutturale ed enfatizzando il dialogo tra i brani.

Come le melodie, anche i testi rispecchiano il tema del confronto con il passato e della tensione verso il futuro. “Mercy” apre l’EP parlandoci di perdono, come il titolo stesso dice. Il testo ci racconta di errori e di dolore, dell’incomprensione che si può incontrare nel prossimo o in noi stessi quando ci si mette a nudo, per conoscerci ed essere pronti ad affrontare il “qui e ora” e a ricominciare. Emblematici sono i versi di chiusura del brano, (“don’t you want to know, who I was and where I come from? Wouldn’t you like to know, who I am and who I will be?”), che indicano i temi centrali di “Mercy”: la consapevolezza del proprio essere e il proprio disvelamento nel presente, la difficoltà ad accettare e ad accettarsi per non rimanere più bloccati in eventi che non possiamo controllare. Il tema dell’accettazione è ripreso nel testo di “Cold down here”, in cui vi è una presa di coscienza dell’inconsapevolezza dei fatti che hanno portato al dolore. Il brano parla del momento della realizzazione del passato e degli intrecci che lo compongono. Ma la sofferenza non è la sola presenza nel testo. “Ready to be saved” canta infatti Anna Bassy. La realtà di fatti dolorosi, che sembravano lontani, porta anche alla volontà di risolverli una volta per tutte, con sé stessi e con coloro che vi sono coinvolti. “Lulla-bye” chiude l’EP rappresentando una sorta di redenzione e di pace con il passato. Il gioco di parole del titolo mette in risalto questa chiusura a favore del futuro: un addio a ciò che è già accaduto, un saluto alle occasioni che si presenteranno. Il testo evidenzia un dialogo interiore in cui la protagonista parla con un lato di sé e della sua storia con cui vi è una riappacificazione. Ciò che non può essere sotto il proprio controllo viene lasciato andare senza essere dimenticato, proteggendolo dall’oblio in quanto parte del proprio vissuto. “Lulla-bye” ci accompagna verso la riconciliazione come una ninna-nanna verso il riposo notturno, un momento in cui accantoniamo – anche se temporaneamente – le nostre sofferenze.

La cover dell’EP rappresenta alla perfezione i temi che i brani narrano con estrema delicatezza. La cantautrice è al centro della copertina, sospesa in un cielo nuvoloso. Come recitano “Cold down here” e “Lulla-bye”, l’artista cade verso il basso, verso un doloroso scontro con la realtà, ma allo stesso tempo parte di sé tende verso un mondo altro, verso la “Genesi”. Uno schianto contro il passato è necessario, dunque, a una rinascita. In conclusione, il nuovo EP di Anna Bassy è il frutto di uno studio ricercato sotto tutti gli aspetti: concettuale, musicale e autoriale. I brani sono intrisi della forte personalità artistica della cantante, la cui voce forte trasmette perfettamente il messaggio che “Genesi” vuole veicolare. La cantautrice italo-nigeriana, il cui nome d’arte è un omaggio alle sue origini, restituisce un prodotto artistico di alta qualità, reinterpretando in modo originale e professionale i generi che l’hanno portata a coltivare una voce potente e, allo stesso tempo, delicata: il reggae, il soul, l’R&B e il gospel. L’attenzione per i dettagli e il sound design eccellente contribuiscono a consegnare al pubblico un EP d’indubbio valore artistico e musicale.